Quella dell’uomo era stata una “ira incontrollata”. A ciò era seguita “una determinazione feroce” andata avanti per diversi minuti nei quali ha strozzato la moglie proprio “per lo scatto d’ira dovuto alla insofferenza” della donna, “ormai distante” e ai suoi occhi “forse coinvolta in una relazione extraconiugale”.
È la ragione per la quale la Corte d’Assise d’Appello di Bologna il 22 settembre scorso ha inflitto l’ergastolo a Riccardo Pondi, il 42enne ravennate in carcere per l’omicidio della consorte – la 31enne Elisa Bravi -avvenuto nella camera da letto della loro villetta di Glorie di Bagnacavallo, nel Ravennate, la notte tra il 18 e il 19 dicembre 2019.
In primo grado davanti alla Corte d’Assise di Ravenna – come ha ricordato il Resto del Carlino e Corriere di Romagna -, il 6 luglio 2021 si era arrivati a una condanna di 24 anni in quanto i giudici avevano deciso che aggravanti e attenuanti fossero equivalenti. La Corte bolognese, presieduta da Orazio Pescatore, nelle motivazioni appena depositate ha invece stabilito che, anche se l’imputato ha soccorso la donna, ha confessato, si è comportato correttamente durante il processo, ha provato a risarcire ed è incensurato, le aggravanti debbano prevalere sulle attenuanti generiche: ciò ha portato la pena finale all’ergastolo.
(fonte ANSA)