«Nell’anno di chiusura delle manifestazioni centenarie della Prima Guerra Mondiale, l’Amministrazione comunale ha ritenuto fosse doveroso rendere omaggio a tutti i soldati faentini e non, caduti in quel sanguinoso conflitto, di cui i nostri cimiteri e le nostre chiese conservano resti e memorie».
Hanno commentato il sindaco Giovanni Malpezzi e la presidente del consiglio comunale Maria Chiara Campodoni.
“Il programma delle cerimonie del 4 novembre 2018 è stato arricchito da due iniziative che vogliono esprimere non solo la riconoscenza, ma il tenero affetto della comunità faentina ai propri soldati, morti nel fiore della loro giovinezza per la patria. Questo infatti è il significato di “Chiamami per nome”, la lettura dei nomi dei caduti in San Bartolomeo, la chiesa dedicata al loro valore in Corso Matteotti, e del fiore deposto sotto le lapidi dei cimiteri della nostra campagna.
Per l’Amministrazione Comunale era importante affermare – anche con un contesto di solennità e di ufficialità – il sacrificio e il valore dei figli caduti in guerra delle povere famiglie contadine.
Non possiamo dimenticare che proprio questi giovanissimi soldati, figli di contadini, di operai e i figli delle famiglie meridionali, nella gran parte analfabeti ed estranei alla lotta politica, hanno sostenuto il peso maggiore in vite immolate e in sacrifici di una guerra, di cui non avevano grande consapevolezza. E spesso sono stati vittime di scelte militari irresponsabili e perfino criminali, come l’orrenda pratica delle decimazioni.
Eppure, nonostante ciò, si comportarono da valorosi, e resero orgogliose le loro famiglie.
Di fronte ai loro volti dignitosi, ai loro sguardi di attesa per una vita intensa e felice, vita prematuramente e tragicamente negata, dobbiamo inchinarci come segno di deferenza e di gratitudine, ed affermare, nel loro nome, il dovere della pace e alla pace.
Lavorare insieme per la pace è premessa necessaria perché si realizzino la fortuna e la felicità delle nostre comunità, piccole e grandi».
Faenza, inoltre, conserva e onora, nel restaurato colombario del Cimitero dell’Osservanza i resti di soldati italiani di diverse provenienze, deceduti negli ospedali militari allestiti nella nostra città, e, nel campo inglese, posto all’interno dello stesso cimitero, i resti di soldati delle armate britanniche morti nel campo di sosta costruito fuori Porta Imolese o negli ospedali cittadini.