Tante storie di vita. Belle. Talvolta tristi, e anche tragiche. Tutte emozionanti. Raccontante per ricordare a ragazzi delle classi quarte e quinte superiori degli istituti scolastici della provincia di Ravenna, che la sicurezza e la prevenzione, quando si va in strada, sono fondamentali. Ce n’erano oltre 500, e sono rimasti “attaccati alla poltroncina” del Centro Congressi di largo Firenze, stamattina, per tre ore ad ascoltare e intervenire. Anche perché i relatori erano davvero d’eccezione, e lo stile comunicativo era pensato apposta per loro. Ha avuto dunque molto successo la tappa ravennate di “Preveni… Amo”, l’iniziativa pensata da medici e operatori del Trauma Center della Romagna con sede a Cesena e che sta girando la principali città romagnole con l’obiettivo di sensibilizzare i ragazzi ad uno stile di guida prudente.
Il primo a raccontare la propria storia è stato il primo cittadino di Ravenna: il sindaco Michele de Pascale ha ricordato di quando, nel 2011, ha avuto un incidente stradale “di quelli in cui è più facile non farcela che restare vivi”. E per rendere ancor meglio l’idea ha mostrato la foto della sua auto devastata dall’impatto e la radiografia del suo piede, completamente ritorto. “E’ molto importante – ha voluto sottolineare ai ragazzi – cercare di essere prudenti, non mettersi alla guida quando si è troppo stanchi, non distrarsi e mantenere sempre alta l’attenzione. Così come è importante – ha concluso – poter contare su un sistema dei soccorsi e su medici di prim’ordine che il nostro sistema sanitario pubblico mette in campo”.
Quegli stessi medici e infermieri – Vanni Agnoletti, Luca Ansaloni, Costanza Martino, Luigino Tosatto, Alessandro Valentino del Trauma Center cesenate, i colleghi Alberto Belluati, Maurizio Fusari e Maria Pazzaglia dell’Ospedale di Ravenna nonché Fausto Catena e Gian Luigi De’ Angelis del Trauma Center di Parma – che ieri si sono tolti il camice, hanno indossato la maglietta di “Preveni… Amo” e hanno raccontato ai ragazzi di loro coetanei che, purtroppo, non ce l’hanno fatta, o di altri che ce l’hanno fatta ma che sono rimasti paralizzati, o di altri ancora che hanno avuto una ripresa pressochè completa, come Massimo, che si era seduto tra il pubblico e che alla fine del video che raccontava la sua storia si è alzato e ha ringraziato i medici.
Ma anche gli “uomini in divisa”, quelli cui a volte tocca il doloroso onere di informare le famiglie, hanno raccontato le loro storie. Come il Comandante della Polizia Municipale di Ravenna Andrea Giacomini o la collega Eralda Baravelli, o Luca Venturini della Polizia Municipale di Cesena che era compagno di Classe del Sic (il pilota Marco Simoncelli), che ha perso un suo caro in un incidente stradale e che fa lezioni in aula per insegnare ai ragazzi come si va in strada in sicurezza. O come, ancora, Federico Caricasulo, Pilota Yamaha Racing, che – ha raccontato – impiega la stessa prudenza della pista, dove corre ai quasi 300 all’ora, quando guida il suo scooter, ai cinquanta all’ora, in strada.
Sì tante storie di vita, tanta commozione, ma anche tanta allegria, perché insegnare la sicurezza si può fare anche col sorriso sulle labbra. Come hanno fatto, sempre, Vanni Agnoletti e Luca Ansaloni, anchorman d’eccezione perfettamente a loro agio coi ragazzi come lo sono in sala operatoria.
In Romagna l’incidenza dei traumi “maggiori” cioè più gravi è di circa 1.000 all’anno, di cui 500 afferiscono al Trauma Center di Cesena da tutti i territori romagnoli; di questi ultimi il 50 per cento viene ricoverato in Terapia Intensiva. La mortalità in terapia intensiva è del 10 per cento ed uno su tre dei pazienti dimessi ha esito di disabilità.
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