Tutte le domeniche di gennaio sarà possibile visitare gratuitamente con una guida la mostra “Oche, civette e dadi. La Collezione dei giochi da tavolo della Biblioteca Classense”. Sono quattro le visite previste: il 5, il 12, il 19 e il 26 gennaio, sempre alle 16.30, e saranno tenute dal personale della biblioteca. Bisognerà prenotarsi telefonando allo 0544-482116 o scrivendo a segreteriaclas@classense.ra.it per massimo 25 persone.
Ci sarà inoltre l’occasione per acquistare il catalogo della mostra (64 pagg, 5 euro), riccamente illustrato, il calendario 2020, basato sui giochi della biblioteca, e infine il gioco da tavolo edito dalla biblioteca appositamente per la mostra. Il gioco in un verso riproduce l’antico “Gioco della Cucagna” del 1691 e nell’altro “Il gioco del si può”, realizzato dal funambolico Jacovitti nel 1980, quanto mai attuale perché promuoveva la riduzione dei consumi elettrici. Per acquistare il gioco da tavolo (edizione speciale, 15 euro) si accettano prenotazioni per la ristampa, che sarà disponibile a partire dalla seconda visita guidata, domenica 12 gennaio, poiché la prima edizione ha riscosso molto successo ed è esaurita in poco tempo.
La mostra “Oche, civette e dadi. La Collezione dei giochi da tavolo della Biblioteca Classense” è visitabile fino al 2 febbraio, al Corridoio grande della biblioteca Classense, questi gli orari: da martedì a sabato dalle 9 alle 19, domenica e lunedì dalle 14 alle 19. Chiuso i festivi (1 e 6 gennaio), 31 dicembre chiusura alle 14. Ingresso libero.
Le visite guidate dei bibliotecari accenderanno ancor di più l’interesse su una collezione che, nel suo complesso, si compone di oltre trecento esemplari datati dalla fine del 1600 ai giorni nostri. La nascita della collezione e il suo accrescimento nel corso degli anni si devono alla sensibilità dei direttori Donatino Domini, Claudia Giuliani e Maurizio Tarantino.
L’esposizione, allestita nel suggestivo Corridoio grande della biblioteca, presenta al pubblico una scelta di pezzi da tale ricca collezione offrendo uno spunto di riflessione sui cambiamenti intercorsi in tre secoli di storia del gioco da tavolo anche grazie ai volumi e ai materiali che possono essere messi in relazione con questa tipologia di documenti, per un totale di circa una sessantina di documenti. L’allestimento si compone soprattutto di giochi di percorso sul genere del Gioco dell’Oca ma è ricca la presenza di giochi di dadi e ad estrazione. La maggioranza di essi è stampata in Italia ma si potranno vedere preziosi esemplari olandesi, fiamminghi, spagnoli, tedeschi e francesi dal Seicento ai giorni nostri, con pezzi a tema letterario, pubblicitari, di viaggio, legati alle raffigurazioni carnevalesche o di animali.
Saranno esposti anche alcuni pregevoli giochi incisi alla fine del Seicento dall’artista bolognese Giuseppe Maria Mitelli (1634-1718), pittore e incisore formatosi a bottega presso i principali pittori del suo tempo (Guercino, Albani, Cantarini e Torri) e autore di una fiorente produzione di immagini di tema popolare e di giochi da tavola dal gusto sovente satireggiante. Tra questi – ed è la prima sorpresa offerta al pubblico – il Gioco della Cucagna che mai si perde, e sempre si guadagna (1691). Il prezioso manufatto è stato acquisito sul mercato antiquario e donato alla biblioteca grazie alla munificenza dell’Associazione Amici della Biblioteca Classense, e va ad integrare il corpus mitelliano della Biblioteca. Si tratta di un’acquaforte di 310 per 441 millimetri stampata a Bologna che presenta una serie di 20 caselle che consentono ai giocatori di vincere la posta in denaro segnata in ogni casella. All’interno di esse, venti personaggi rappresentativi di altrettante città italiane propongono ciascuno un prodotto alimentare tipico del loro luogo d’origine, con un’ambientazione complessiva nell’utopico e carnevalesco Paese di Cuccagna, dove regnava un’eterna abbondanza. Mitelli compone così un percorso enogastronomico che si snoda tra il torrone di Cremona, la provatura di Roma (un particolare formaggio di bufala), i cantucci di Pisa e la casella “regina”, quella che assegnava tutta la posta: le gustose mortadelle di Bologna. Tra le città, quasi tutte del centro-nord Italia, si trova anche Ravenna, identificata con i suoi “pignoli”, anticamente molto importanti per la città insieme all’economia legata allo sfruttamento delle pinete; una felice circostanza, questa, insieme al fatto notevole che la città bizantina sia l’unica della Romagna ad esser rappresentata nella Cucagna. Ciò conferisce al raro gioco, qui esposto per la prima volta, uno particolare segno identitario all’interno delle collezioni classensi.
Tra le varie tavole sono presenti:
1. Giuoco del Calcio, Italia circa 1950
2. Storia di un Burattino, Italia circa 1950
3. Jeu de la chouette, Turnhout 1845
4. Jeu de l’oie Francia, 1890-1899
5. G. M. Mitelli, Gioco della Cucagna, Bologna 1691
6. Jacovitti, Gioco del si può, Italia 1980
7. manifesto della mostra
8. Gioco di Cucagna (1691) e Il gioco del si può (Jacovitti, 1980), gioco prodotto dalla biblioteca.