Il Presidente Confcommercio Ravenna Mauro Mambelli ha inviato una lettera ai parlamentari locali, ai consiglieri regionali locali e ai capigruppo in Consiglio Comunale Ravenna sull’obbligo dei pagamenti elettronici.
“La manovra che il governo Conte – scrive Mambelli – è in procinto di approvare prevede cospicue entrate dalla lotta all’evasione. Il Governo per realizzare questo obiettivo trasferisce una serie di oneri alle imprese che avranno maggiori difficoltà nell’organizzazione del lavoro e, contemporaneamente, saranno gravate da maggiori costi.
Il primo esempio che possiamo citare è quello dell’obbligo dei pagamenti elettronici (con carte di credito, carte di debito, bancomat e altre forme di pagamento elettronico) per ottenere una detrazione a fine anno e la partecipazione alla lotteria periodica, per quei contribuenti che si saranno registrati nel “Portale Lotteria” dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli.
Nonostante i tanti appelli lanciati dal nostro Presidente Carlo Sangalli affinché fossero azzerate le commissioni delle transazioni elettroniche sui piccoli importi e riviste significativamente tutte le altre transazioni, non ci risulta che il Governo si sia preoccupato di sminare questa materia cercando un accordo con ABI. Questo significa che tutti questi costi saranno a carico degli imprenditori.
Per la lotteria inoltre occorrerà aggiornare i nuovi registratori di cassa, i cui costi sono comprensivi nella manutenzioni annuale e si aggirano dai 100 ai 200 € per registratore; inoltre per facilitare il lavoro degli imprenditori per la partecipazione alla lotteria da parte dei contribuenti iscritti, si dovrà acquisire idonei lettori per la lettura dei barcode o dei codici attribuiti al contribuente dopo l’iscrizione al “Portale Lotteria”. I costi stimati dagli installatori variano dai 120 ai 220 € a lettore.
Inoltre, sempre nel medesimo scontrino dovrà trovare spazio anche la lotteria collegata all’emissione dello stesso che comporterà un consumo di carta di circa il 30% in più rispetto a prima, addossando anche questi costi all’esercente.
Questa macchinosità del sistema dovrà prevedere anche la necessità per l’esercente di evitare lunghe file alle casse; si pensi ad esempio ad uno stabilimento balneare in piena stagione all’ora di pranzo o ad un ristorante o un fast food che ha come clienti coloro che devono rientrare al lavoro avendo tempi molto contenuti per consumare il pasto. Ma soluzioni a tali intoppi passerebbero inevitabilmente per l’acquisto di un ulteriore registratore di cassa (con relativa manutenzione) oltre che dedicare altro personale al pagamento addossando all’imprenditore i costi relativi al dipendente.
Non dimentichiamo infine che le linee telefoniche sono inadeguate e spesso si riscontrano interruzioni che comportano ulteriore sottrazione di tempo al proprio lavoro; l’attesa per la riparazione della linea è stimata in 3 giorni lavorativi che potrebbero diventare 5 nel caso di rottura nella giornata di venerdì.
Vi chiediamo – conclude Mambelli – come esponenti politici di adoperarvi affinché tale assurda previsione venga rivista informando i vostri referenti politici e adoperandovi per contrastare una normativa che così come concepita penalizzerebbe ulteriormente l’imprenditoria del paese”.