“In questo periodo, con la recrudescenza del picco influenzale, si è costantemente alla caccia del “posto letto”. Tanti reparti chirurgici sono trasformati in reparti di degenza medica dove il personale sanitario, scarso, stanco e stressato e spesso senza personale di supporto OSS, deve gestire una tipologia di pazienti verso il quale non ha la formazione specifica.
Reparti specialistici, vedi il reparto di otorinolaringoiatria di Forlì, che diventano di fatto delle geriatrie, la medicina di Riccione, il reparto covid del riminese, lavora con il personale al minimo anzi secondo noi si lavora sotto il minimo per garantire una assistenza degna di essere chiamata tale”.
La denuncia arriva da Gianluca Gridelli, responsabile di Nursing Up Romagna
“Si lavora in un clima lavorativo tossico con tanta rassegnazione e disaffezione alla professione sanitaria a causa soprattutto di una direzione generale autoritaria che utilizza sempre il bastone e mai la carota.
In questo periodo i colleghi fanno spesso doppi turni e molti hanno ferie bloccate, vedi la terapia neonatale di Ravenna.
Fra sindrome influenzale e stanchezza psico-fisica aumentano i certificati di malattia fra gli operatori senza contare poi la non sostituzione delle assenze programmate, legge 104, congedi parentali, gravidanze” continua Gridelli.
“Insomma siamo sul punto di implosione del sistema sanità…gli operatori, medici infermieri si licenziano per andare nel privato o esercitare la libera professione e qui si continuano ad ampliare i servizi, si pensi all’implementazione dei CAU su tutto il territorio romagnolo, quando invece pare che la politica nelle scelte sulla gestione del personale faccia di tutto per ridurli!
Ci dicono che sono state fatte tante assunzioni nel periodo covid ma come organizzazione sindacale ci chiediamo dove sono finiti questi operatori visto che non si riescono più a coprire i turni nei reparti e dove tra l’altro la direzione generale ha pensato bene di scaricare tale responsabilità direttamente sui lavoratori col sistema autogestione?
Un fallimentare sistema di auto sostituzione delle assenze improvvise che, di fatto, annullano la vita privata degli operatori perché devi essere a disposizione costantemente dell’azienda a costo zero”.
“Nonostante questo totale disastro organizzativo/gestionale il direttore generale in modo unilaterale, senza l’approvazione dei sindacati, ha pensato bene di “premiare” i propri collaboratori delle direzioni infermieristiche con la massima indennità che il contratto mette a disposizione per chi svolge funzione apicali.
Insomma due pesi e due misure…la carota ai dirigenti ed il bastone ai dipendenti.
Poi quando succederà la disgrazia i colpevoli e le responsabilità ricadranno come sempre verso il basso.
Non si vuole fare allarmismo ma il rischio è alto…non abbiamo tanto tempo per salvare la sanità pubblica”.