“Mentre si sta assistendo al susseguirsi di (ridicoli?) tentativi per la rimozione di ciò che resta del relitto affondato della Berkan B, si inaugura l’apertura dei cantieri del nuovo hub portuale il cui tempismo propagandistico combacia con le vicinissime elezioni. Anche noi vogliamo partecipare alla “festa” ricordando: tentativi letali e tardivi, poiché era stata preventivata la rimozione entro settembre dell’intero relitto Berkan B con la relativa bonifica della zona interessata dal disastro dello spargimento di liquami oleosi e carburanti” afferma il Collettivo Autonomo Ravennate.

“In ottobre si terrà al Tribunale di Ravenna la terza udienza preliminare del procedimento che vede coinvolti i vertici dell’Autorità Portuale chiamati a rispondere di questo scempio. A quasi 4 anni dal collasso e due e mezzo dall’affondamento. Con 9 milioni di euro, costi stimati ad oggi, di soldi pubblici, inquinando e dissestando l’equilibrio precario dell’avifauna e dell’ecosistema: “test”, vengono definiti dai vertici dall’Autorità Portuale… Che invece non sia più corretto identificarli come “principianti allo sbaraglio”? Senza tener conto del triste “cimitero delle navi” abbandonate, lasciate a marcire da decenni, lungo le rive del porto di Ravenna” prosegue il il Collettivo Autonomo Ravennate.

“L’inutile escavo del porto Canale Candiano a – 14,50 metri, inutile poiché la struttura morfologica del canale non consentirebbe l’accesso né le manovre, a navi dell’odierno tonnellaggio, altresì tutti i fanghi da alloggiare nella famosissima “logistica” portuale prevista fin dal 2007: centinaia di ettari di territorio agricolo che verranno utilizzati come discarica dei liquami di dragaggio passati prima nelle casse di colmata, per poi essere trattati (ma solo nella seconda fase, dai -12,50 ai -14,50 m) in un altro impianto di trattamento di fanghi e rifiuti industriali (che affiancherà quelli già esistenti o in programma), posto proprio dentro la Pialassa Piomboni! Cementi per centri commerciali, cementi su ettari di terreni ancora ad uso agricolo per costruire poli logistici” spiega il il Collettivo Autonomo Ravennate.

“Non che manchi cemento nei nostri territori, non che manchino fabbriche inquinanti come quelle del polo chimico (responsabili anche della contaminazione dei suddetti fanghi), non che manchino inceneritori e discariche. Ciò che manca è l’attenzione per la nostra salute, la volontà di intervenire e cambiare il paradigma: non più profitto sulla salute ma prevenzione e bonifica dei territori. 800 milioni di euro l’importo finale preventivato dei lavori, molti di questi ottenuti a debito con l’Europa. Per distruggere ulteriormente, per il solito profitto privato, per la speculazione e corruzione, quella che accompagna da sempre le “grandi opere” con i loro infiniti cantieri? Ma non ancora finita: c’è l’impatto devastante per le concessioni alle Società Multinazionali per la cessione di intere banchine per l’attracco dei mastodontici condomini galleggianti del “terminal crociere”, In altre parole: altri soldi pubblici da spendere per profitto esclusivamente privato! Gli stoccaggi del gas GNL a 500 metri dagli stabilimenti balneari? Situazione assurda ed estremamente pericolosa! La torcia sempre accesa riaccende anche i ricordi che si credevano estinti della fiaccola Sarom che accompagnava col suo sibilo sinistro ogni visita al cimitero… Poi c’è Il progetto (di tombamento?) per la Pialassa Piomboni, fermo (e per fortuna!), e quello di restauro del più antico edificio di Marina di Ravenna, la Fabbrica Vecchia, in attesa del crollo da decenni” afferma il il Collettivo Autonomo Ravennate.

“Tutto questo, insieme allo sciopero del personale dei lavoratori dell’Autorità Portuale, sintomo di estremo disagio e mancanza di compatibilità con il clima che si respira quotidianamente all’interno, ci porta ad essere solidali e combattivi. Dai disastri ambientali, alle bugie della transizione ecologica, passando dalla resilienza dei “vampiri” delle banche: organizzazione militante!” conclude il Collettivo Autonomo Ravennate.

Il presidio è autorizzato dalla Questura di Ravenna.

Anche Italia Nostra sezione di Ravenna sarà presente al presidio, come ha specificato nella seguente nota:

“Nuovo presidio nella mattinata di venerdì 24 settembre, in occasione dei festeggiamenti per la posa della prima pietra dell’ormai leggendario hub portuale, creatura mitologica di cui si attende la nascita ormai da quattordici lunghi anni. Una mangiatoia faraonica per la devastazione dell’ambiente e del paesaggio costiero, con lavori sovradimensionati per un porto che non sarà mai accessibile, per propria conformazione strutturale ineliminabile, a navi oltre un certo tonnellaggio?” chiede Italia Nostra 

“Mai come stavolta pare proprio che un ente pubblico, ahinoi di nomina prettamente politica, stia tirando la volata ai partiti di maggioranza per le amministrative di ottobre. Un ringraziamento per le varianti che consentiranno colate di cemento per centinaia di ettari proprio a ridosso della costa e delle località turistiche? Oppure per il silenzio su scandali vergognosi divenuti la favola dei porti d’Italia, come Berkan B e cimitero delle navi? Forse no, dato che su quest’ultima questione anche quasi tutti i partiti di opposizione si sono tenuti in religioso silenzio” prosegue Italia Nostra. 

“Notizie di questi giorni, nuove segnalazioni di bracconaggio ittico, anche nella Pialassa: un’emergenza ambientale e sanitaria grave che appare del tutto fuori controllo, di cui cittadini ignari fanno le spese a tavola, con possibili contaminazioni di metalli pesanti e idrocarburi provenienti proprio dalla Berkan B e dalle carcasse del cimitero” continua Italia Nostra. 

“Nulla di nuovo, però, all’orizzonte, per la rimozione, nonostante i mezzi già in zona per il recupero della Berkan B: nella commissione del 7 maggio 2021 il presidente dell’Autorità Portuale Rossi ha dichiarato: “Devi avere un progetto di realizzazione, un progetto di sviluppo finanziato, insomma c’è tutta una bella procedura di carattere amministrativo che quando questa procedura è completata, esiste…” Insomma, se è vero che la Berkan B spezzata in due fu lasciata in balia degli eventi meteo, ovvero lentamente affondare, per ben sedici lunghi mesi senza svuotare i serbatoi ancora pieni e senza muovere un dito, e se è vero che se non ci fossero state denunce di Italia Nostra depositate in Procura forse tutto sarebbe rimasto affondato nel dimenticatoio, ben si spiega come anche nel caso dell’enorme “discarica” rappresentata dal cimitero delle navi, nessuno ravvisi alcun genere di emergenza. Tutto questo riteniamo non sia accettabile per un Comune ed una Regione che si vantano di rappresentare al meglio, con una visione ottocentesca e con questi risultati, i valori della sinistra” conclude Italia Nostra. 

Appuntamento con il Collettivo Autonomo Ravennate venerdì 24 settembre dalle 10.30 alle 12.30 in via Classicana 30, zona portuale sud, nei pressi della rotonda vicina allo stabilimento Colacem.