E’ stato firmato ieri dalla Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti il Decreto che destina un finanziamento di 85 milioni di Euro al Porto di Ravenna per investimenti ritenuti strategici allo sviluppo infrastrutturale del Paese.
Il Decreto – adottato in sede di Conferenza Unificata, nel corso di un incontro al quale ha partecipato anche il Sindaco di Ravenna, Michele de Pascale in qualità di Presidente dell’Unione delle Province Italiane – ha stanziato 906 milioni di Euro per interventi relativi alla portualità con 794 milioni previsti per gli interventi di I° fase.
Nello specifico gli interventi finanziati nel Porto di Ravenna sono due, entrambi inseriti tra quelli attivabili nella I° fase a riprova del riconoscimento del lavoro progettuale messo in campo dall’Autorità di Sistema Portuale.
Il primo, per complessivi 45 milioni di Euro, consiste nell’adeguamento alla normativa sismica ed ai fondali del Piano Regolatore Portuale, di cinque banchine operative (Yara, Sapir, Terminal Container Ravenna, Dock’s Cereali ed Eurodocks) per complessivi 2,1 km, ai fini di consentire l’accesso a navi con maggior pescaggio, incrementando la competitività del porto in diverse tipologie merceologiche.
Il secondo, di 40 milioni di Euro, è invece legato alla Fase II del Progetto dell’Hub Portuale di Ravenna e quindi da una parte all’approfondimento dei canali Candiano e Baiona a -14,50 mt (progetto del valore complessivo di 60 milioni di Euro), in attuazione al Piano Regolatore Portuale vigente e dall’altra alla realizzazione e gestione di un impianto di trattamento dei materiali di risulta dall’escavo. La costruzione di tale impianto di trattamento e la sua gestione per 25 anni, vale complessivamente 170 milioni di Euro e garantirà la creazione di circa 30 nuovi posti di lavoro.
I progetti che sono stati presentati dall’Autorità di Sistema Portuale di Ravenna al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sin dal 2017, non solo sono stati ritenuti meritevoli di accedere al finanziamento previsto in quanto “prioritari ed immediatamente cantierabili”, ma sono anche stati inclusi nel più ristretto elenco di quelli da finanziare nella prima fase, poiché “più rispondenti a criteri di sostenibilità ambientale, messa in sicurezza delle infrastrutture ovvero di completamento di opere già parzialmente finanziate”.