Nei primi giorni di ottobre dello scorso anno si è presentato al Comando di Polizia Locale di Faenza B.G. 52enne cittadino italiano residente a Castel Bolognese, accompagnando un minore albanese di 16 anni; l’uomo sosteneva di averlo notato da solo, in difficoltà, alla stazione di Faenza.
Il minore, munito di passaporto con timbro di ingresso nell’Unione Europea dalla Grecia, ha riferito agli agenti di essere scappato dal padre che lo picchiava e di essere entrato in Italia clandestinamente utilizzando un traghetto, del quale però non è riuscito a fornire ulteriori indicazioni, e di avere preso un treno scendendo casualmente a Faenza dove aveva incontrato per caso B.G. che lo aveva soccorso.
Considerato che il minore era ben vestito e curato nell’abbigliamento, particolare che contrastava con il racconto di un lungo viaggio, peraltro in condizioni disagiate, e ascoltate anche le dichiarazioni contraddittorie dell’accompagnatore, ai poliziotti è sorto il dubbio che il minore non fosse in realtà in stato di abbandono.
La Polizia Locale ha così coinvolto nell’attività di verifica e riscontro i poliziotti del Commissariato di Polizia di Faenza, i quali hanno scoperto, anche grazie alla visione dei filmati di videosorveglianza del comune di Faenza,la presenza di una terza persona fuori dal Comando di Polizia Locale, un ragazzo, che si allontanava dalla “coppia” probabilmente per non interferire sulla versione fornita, evidentemente creata “ad hoc”.
L’Autorità Giudiziaria minorile, opportunamente informata, ha quindi richiesto agli agenti di Polizia maggiori approfondimenti nel corso dei quali è emerso che tutta la famiglia di origine del minore albanese era coinvolta nell’organizzazione del viaggio in Italia, ove il minore era stato accolto da un parente per alcuni giorni a Castel Bolognese in attesa che B.G. si rendesse disponibile ad accompagnarlo alla Polizia Locale.
Lle indagini condotte dagli investigatori hanno restituito l’identità della terza persona che era in auto con la coppia e che poi si era allontanato: si tratta di S.X., 26enne di nazionalità albanese, residente a Castel Bolognese, in realtà parente del minore che, in accordo con i familiari, ha ospitato il ragazzo nella la propria abitazione per alcuni giorni.
Nei giorni scorsi, al termine dell’attività investigativa, tutte e tre le persone coinvolte sono state denunciate alle competenti Autorità Giudiziarie per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato.