Le associazioni rimangono critiche sul progetto che già nel 2018 venne discusso in Commissione urbanistica e da cui scaturì la necessità di un’importante revisione e su cui le stesse associazioni avanzarono osservazioni all’epoca. Infatti, rispetto al progetto iniziale quello attuale prevede una quantità di urbanizzato inferiore continuando comunque a trattarsi di nuovi 10 mila mq di residenziale e 63 mila mq di campeggio lungo la costa su una superficie complessiva di 126 mila mq.
Quello che però preoccupa maggiormente gli ambientalisti è la pressione antropica che potrebbe conseguentemente interessare queste zone.
“Stiamo parlando della riserva naturale Foce del Torrente Bevano e la vicina Pineta Ramazzotti, una zona unica nella nostra regione se non in Italia e in Europa. Già l’area è soggetta a non poche polemiche relative alla fruizione della vicina spiaggia naturista ed è impensabile credere di poter tutelare efficacemente questo territorio con un nuovo mega campeggio vicino.”
“Dal momento che si tratta del raddoppio di Lido di Dante, in quali spiagge verranno ospitati nuovi residenti e turisti, dato che quelle presenti sono già insufficienti e in alcuni tratti pressoché scomparse? Il primo passo per cancellare la tutela della Riserva Naturale e riconsegnarla all’uso balneare?” – si domandano gli ambientalisti.
Oltretutto è inutile ignorare il futuro della località proponendo progetti che possono andare ad aggravare le attuali problematiche ambientali in particolare legate all’attuale tasso di subsidenza. Infatti, seppur con ritmi minori rispetto al passato, Lido di Dante registra ancora tassi di abbassamento del suolo di 1,5 cm all’anno. Continuare a cementificare la linea di costa non farebbe altro che aggravare questa circostanza che renderebbe la località ancor più suscettibile agli effetti dei cambiamenti climatici.
“Il futuro della località non può dipendere da uno sviluppo economico che non prende in considerazione le debolezze che il territorio manifesta. La cementificazione lungo la linea di costa è una piaga che sarebbe già dovuta essere fermata anni fa e oggi, nel 2021, ancora si continua in questa direzione. Lido di Dante ha bisogno di vivere di progetti di turismo lento e di qualità facendo conoscere e fruire responsabilmente le proprie bellezze. Non è il caso quindi di prevedere nuove abitazioni e strutture turistiche sovradimensionate.”
Insomma per le associazioni ambientaliste il via libera al nuovo campeggio e residenziale rappresenta una scelta scriteriata, priva di qualsiasi prospettiva futura e di qualsiasi ragionamento d’insieme, per un territorio già martoriato dall’estrazione di idrocarburi ed il cui futuro rimane incerto per l’avanzamento del mare e gli effetti dell’erosione costiera.
“Una località vittima di una politica che evidentemente non ha le idee chiare sull’effettivo concetto di sviluppo sostenibile, ma che anzi ignora gravemente i rischi futuri andando contro corrente rispetto agli interventi che veramente sarebbero necessari.”