Legambiente, regionale e nazionale, sta portando avanti contatti e approfondimenti per costruire linee di indirizzo chiare per ripensare il governo del territorio, lavorare sull’adattamento al cambiamento climatico, sulla prevenzione e sulla mitigazione, invertendo la tendenza al grande consumo di suolo, con politiche coerenti e lungimiranti, partendo dal Rapporto sugli eventi meteorologici del mese di maggio 2023, prodotto dalla Commissione tecnico-scientifica istituita dalla Regione Emilia-Romagna.
Tra le proposte avanzate, nel documento viene chiesto che:
a) in attesa del Piano di adattamento e dell’approvazione dei PUG si applichi una moratoria per tutte le autorizzazioni rilasciate e per gli iter di approvazione per nuove costruzioni nelle aree alluvionate;
b) per i Comuni interessati dall’alluvione, anche qualora il PUG fosse stato approvato, sarebbe comunque necessario una sua revisione per tenere conto delle criticità che si sono evidenziate negli eventi del maggio scorso, evitando nuove concessioni in aree che sono state in tutto o in parte allagate o comunque a rischio, anche valutando la necessità o l’opportunità di delocalizzazione di immobili che si ritengono non sicuri;
c) questi accorgimenti devono valere per tutti gli altri comuni alluvionati che non hanno ancora il PUG, approfondendo nella documentazione preliminare la caratterizzazione della pericolosità idraulica del proprio territorio;
d) per ogni nuovo intervento che si potrà autorizzare al di fuori delle aree alluvionate sia rispettato il principio dell’invarianza idraulica, tramite la realizzazione di vasche per il recupero e riutilizzo delle acque piovane. Questo accorgimento sia adottato anche per gli insediamenti esistenti, in un nuovo patto tra pubblico e privato per la corretta gestione delle acque meteoriche.
“Questo approccio, ed in particolare la richiesta di una moratoria su nuovi accordi operativi per costruire in zone che sono state allagate, è particolarmente di attualità, in diversi territori e in quelli della Romagna Faentina dove, come abbiamo segnalato da tempo, non c’è solo l’area della Ghilana, ma anche la nuova urbanizzazione di via Biancanigo a Castel Bolognese.
Le Amministrazioni locali e i Consigli Comunali che, anche in virtù della ulteriore proroga fino a maggio concessa dalla Regione, continuano ad approvare previsioni urbanistiche dei vecchi PSC, potrebbero orientarsi in questo senso, ma verificata la loro scarsa propensione, chiediamo sia la Regione a deciderlo per tutti i territori interessati”.
Anche questa proposta sarà avanzata alla presidenza della Regione Emilia Romagna che una delegazione di Legambiente regionale e nazionale incontrerà nei prossimi giorni.