Le strade di Ravenna si arricchiscono di 13 nuove targhe toponomastiche realizzate dal laboratorio Annafietta che si aggiungono alle 93 che già fungono da indicatori stradali nelle vie del centro storico di Ravenna rappresentando non solo una mera segnaletica, ma anche, e soprattutto, veri e propri gioielli dell’artigianato, della tradizione e della cultura locale incastonati negli angoli più incantevoli della città.
Questa mattina, sabato 19 giugno, davanti alla Chiesa di San Rocco, si è proceduto all’inaugurazione delle nuove targhe alla presenza del sindaco Michele de Pascale, dell’assessore all’Artigianato e Attività Produttive Massimo Cameliani, del presidente CNA comunale Ravenna Marcello Monte, della titolare di Annafietta Mosaicisti in Ravenna, Anna Finelli e di due suore in rappresentanza dell’Istituto Tavelli.
Il velo è stato scoperto simbolicamente su tre delle 13 nuove targhe, tutte realizzate con la stessa metodologia e gli stessi materiali utilizzati per comporre quelle precedenti, incrementando ancor di più un vero e proprio percorso musivo divenuto nel corso degli anni motivo di ulteriore attrazione turistica per i visitatori che giungono dall’Italia e dal mondo intero nella ex capitale dell’Impero romano d’Occidente, del Regno degli Ostrogoti e dell’Esarcato bizantino dal 402 al 751.
Si tratta di un progetto iniziato nel 2009, attraverso un bando e finanziamenti comunali, in occasione della prima edizione del festival Ravenna Mosaico e che da allora ha interessato gradualmente sempre più strade del centro.
Le nuove targhe, come già quelle installate negli scorsi anni, sono composte da una parte centrale in ceramica realizzata del torniante faentino Ilirio Garavini e da lati in mosaico assemblati con la tecnica paleocristiana e bizantina del “metodo diretto”, ovvero tessere di pasta vitrea tagliate una ad una, allettate su malta cementizia e fughe libere in sottosquadro, per consentire il tipico gioco di luci, riflessi e chiaroscuri.
E dopo le vie dell’Acqua, le vie Fiorite, quelle di Teodora, di Giustiniano e di Dante, ma anche le targhe ispirate ai mosaici pavimentali della chiesa di San Giovanni Evangelista con le Crociate in Terra Santa e il tema dei fiori con lo schema del ricamo bizantino, il nuovo lotto intende raccontare la storia, i simboli e le origini di Borgo San Rocco.
“Le targhe che indicano i nomi delle vie supportando la toponomastica locale, oltre ad essere veri e propri elementi di arredo urbano – sostiene tra l’altro il sindaco Michele de Pascale – rappresentano la città e sono il suo biglietto da visita. Per questo abbiamo voluto che la nostra segnaletica richiamasse il carattere identitario del mosaico, espressione di una vena artistica secolare, che è il suo primo segno distintivo”.
In particolare, “nelle nuove opere – spiega Anna Finelli – abbiamo scelto di rappresentare le caratteristiche più riconoscibili del borgo, partendo da San Rocco, santo pellegrino protettore degli appestati. Abbiamo realizzato poi altre targhe che raffigurano il campanile della chiesa, le tre porte monumentali che racchiudono fisicamente il borgo, un ricordo del lavatoio pubblico presente fino ai primi del ‘900, e Anna Magnani, la famiglia della quale, in particolare la nonna, era originaria proprio di Borgo San Rocco. In ultimo Franco Arcuri, titolare dell’omonimo forno di via Romolo Ricci ha voluto partecipare all’iniziativa chiedendo, a spese proprie, di affiggere alla sua abitazione una targa con il simbolo della nostra città”.
In ottemperanza ai provvedimenti restrittivi legati all’emergenza sanitaria per la diffusione della sindrome da Covid-19, le inaugurazioni si svolgeranno in forma statica, rispettando la distanza interpersonale di un metro tra le persone, con l’obbligo di indossare la mascherina ed evitando ogni forma di assembramento.