Europa Verde torna a criticare l’impianto di cattura e stoccaggio di CO2 che l’Eni spera di costruire a Ravenna. Lo fa il giorno dopo le dichiarazioni del ministro Stefano Patuanelli a proposito del blocco delle trivellazioni.
Angelo Bonelli, coordinatore esecutivo Federazione dei Verdi, Paolo Galletti, coportavoce Federazione dei Verdi /Europa Verde Emilia-Romagna, e Silvia Zamboni, capogruppo di Europa Verde Regione Emilia-Romagna e coportavoce Federazione dei Verdi/Europa Verde Emilia-Romagna, tornano quindi ad esprimere la volontà di Europa Verde di sostenere la costruzione di impianti dedicati a fonti rinnovabili:
“Di fronte alle affermazioni del ministro 5stelle Stefano Patuanelli che, mentre certifica l’inesistenza di un piano sulle aree idonee alle attività estrattive, annuncia il blocco totale delle estrazioni, registriamo le reazioni del senatore Stefano Collina e del consigliere regionale Gianni Bessi, entrambi del PD, che vanno in direzione contraria.
Il senatore Collina, in particolare, è il proponente dell’emendamento, approvato in Senato, che semplifica la procedura di VIA per l’Impianto dell’Eni di cattura e stoccaggio della CO2 (CCSU) a Ravenna, impianto che giustificherebbe il proseguimento delle estrazioni di gas metano, di utilizzarlo per produrre idrogeno e di stoccare la CO2 nei giacimenti esausti. Un progetto impropriamente etichettato come “transizione energetica”, mentre consente di continuare l’uso antiecologico delle energie fossili. Un progetto che per di più punta ad essere cofinanziato dai fondi pubblici europei, non essendo altrimenti economicamente sostenibile. Con l’ulteriore paradosso che, mentre per gli impianti eolici offshore proposti al largo di Rimini e Ravenna vale la procedura di VIA standard, per il discutibile impianto di cattura CO2 valgono procedure semplificate. Un bel risultato per l’ENI e la lobby dei fossili.
Contemporaneamente al sostegno che riceve l’impianto di CCSU, da parte di autorevoli esponenti del PD dell’Emilia-Romagna, Sindaco di Rimini in testa, è stata espressa una sorta di contrarietà preventiva, senza aspettare l’esito della procedura di VIA, all’impianto eolico offshore di Rimini con la fondamentale obiezione che rovinerebbe il paesaggio marino. Premesso che ci risulta che è ancora aperta la possibilità di un incremento della distanza del campo eolico dalla costa, come abbiamo sostenuto in campagna elettorale siamo convinti che un progetto di riviera eolico-solare potrebbe costituire un’attrattiva turistica, e andrebbe nella giusta direzione della transizione energetica che ispira il nuovo Patto per il Lavoro e il Clima della Regione Emilia-Romagna.
Rispetto alla cruciale questione del lavoro, siamo inoltre convinti che una vera transizione a favore dell’uso delle rinnovabili potrà garantire occupazione duratura ai lavoratori del settore dei combustibili fossili, che risulta sempre più in crisi a causa dell’emergenza climatica e dei nuovi target europei di drastica riduzione delle emissioni climalteranti prodotte in buona parte dal consumo dei fossili.
Per questo auspichiamo che, proprio alla luce del Patto per il Lavoro e il Clima siglato di recente, ci sia la possibilità di condividere con tutti gli attori e gli enti locali coinvolti le scelte per noi più coerenti con tale Patto”.