La giunta faentina il 3/3/2021 ha adottato una delibera finalizzata al trasferimento degli Uffici del Patrimonio dalla sede attuale a spazi di più ampia metratura. Sull’operazione Stefano Bertozzi, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale, ha presentato un’interrogazione che si lega agli altri documenti prodotti legati alla questione dell’ex complesso dei Salesiani e della partecipata Faventia Sales, società che da Bertozzi chiede di sciogliere dopo l’entrata in vigore della legge Madia. Una richiesta alla quale il Comune si è sempre opposto sostenendo invece che la società può continuare ad operare sempre secondo la legge.
“I locali coinvolti sono tutti inseriti nel complesso ex Salesiani gestito dalla partecipata Faventia Sales Spa” spiega Bertozzi.
“Il Comune andrà a disdire un contratto diretto sottoscritto nel 2013 con Faventia Sales Spa per sostituirlo con l’integrazione di un contratto di sub-locazione sempre con la stessa Faventia Sales Spa (che disciplina l’utilizzo da parte del comune degli uffici destinati ai Servizi Sociali).
Dico sub-locazione perché i locali oggetto della nuova collocazione sono di proprietà di Ravenna Holding Spa la quale a sua volta, contestualmente con l’acquisto da Faventia Sales Spa, ha rilocato alla stessa.
Siamo pertanto in presenza di una triangolazione che vede coinvolte Ravenna Holding Spa, Faventia Sales Spa e il Comune di Faenza.
Se tutto appare chiaro e corretto sotto l’aspetto formale, a parte un modesto incremento di costo per il comune sia in valore assoluto che a metro quadro legato al trasferimento, la sostanza dice che il fatturato della partecipata vedrà transitare 147.500 euro di flussi (prima 133.000), senza nessuna ragione strategica sostanziale tanto da ingenerare il legittimo (e politico dubbio) che l’operazione non abbia alcuna utilità se non quella di impattare su uno degli elementi fondamentali della Legge Madia per il mantenimento delle partecipate: il limite di fatturato per l’appunto”.
“L’interrogazione mira ad ottenere anche copia degli altri contratti di locazione sottoscritti dalla partecipata in quanto mi è stato negato dalla stessa l’accesso formale agli atti per le ragioni indicate nell’interrogazione” spiega Bertozzi.
Appare sempre più evidente, ad avviso dello scrivente, che l’Amministrazione cerchi tutti i modi per mantenere viva la partecipazione in una società che con 8,5 milioni di capitale sociale, 3milioni di debiti, un fatturato proprio del tutto marginale, 50.000 euro di costi del personale, 15.000 euro di compensi ad amministratori, ed ulteriori oneri di gestione non quantificabili con gli elementi disponibili, si limita a svolgere una mera attività di intermediazione locativa né più né meno come una società di amministrazioni condominiali.
Credo che non serva una SPA così strutturata per fare questo” conclude Bertozzi.