“Non sono numeri! Sono persone!”: questo lo slogan che caratterizza il presidio indetto da Cgil, Cisl e Uil per giovedì 20 ottobre in piazza del Popolo, davanti alla Prefettura di Ravenna, alle 10,30, nell’ambito della campagna nazionale avviata con assemblee nei posti di lavoro per la settimana dal 17 al 21 ottobre e che culminerà con la manifestazione nazionale il 22 ottobre a Roma in piazza Santi Apostoli con la presenza dei segretari generali delle tre organizzazioni.
La data del 20 ottobre ha particolare importanza per la provincia di Ravenna perché alle 11 è convocata, in Prefettura, la prima riunione del Tavolo permanente di coordinamento previsto dal Patto territoriale di comunità per la prevenzione degli infortuni, la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e la legalità sottoscritto in Prefettura il 29 luglio scorso.
Cgil, Cisl e Uil rilanciano le proprie proposte per la tutela della salute e sicurezza in ogni posto di lavoro per valorizzare e dare continuità a quanto fatto nella provincia di Ravenna. Dall’inizio del 2022 in Italia sono quasi 600 i morti sul lavoro, una media di 3 al giorno. Più di 400.000 le denunce di infortuni e una crescita di più del 7% per le denunce di malattie professionali. Lo scorso anno le ispezioni nelle aziende hanno evidenziato irregolarità per il 69% delle aziende controllate. Per salute e sicurezza sul lavoro si arriva al 77% di irregolarità. E questo con una quantità di organi di controllo e vigilanza ridicola per 1.600.000 imprese.
Nonostante questi numeri, a livello nazionale, la salute e la sicurezza sul lavoro non è stata argomento di interesse per la campagna elettorale, nonostante Cgil, Cisl e Uil avessero presentato un manifesto appello a tutte le forze politiche.
Le richieste presentate a tutte le istituzioni a livello nazionale possono essere riassunte in 7 punti principali. “Ad esempio – affermano Davide Conti, Roberto Baroncelli e Carlo Sama, rispettivamente della segreteria confederale Cgil Ravenna, segretario Cisl Romagna e segretario generale Uil Ravenna -, tutti i finanziamenti alle imprese, che aumentano per l’attuazione del Pnrr, devono essere condizionati a investimenti in salute e sicurezza sul lavoro. Deve essere previsto e preteso che le imprese di ogni settore seguano criteri di qualificazione (anche attraverso il modello della patente a punti) e che sia vincolante applicare anche negli appalti privati, così come è stato riconfermato per gli appalti pubblici, solo i contratti collettivi di lavoro stipulati da associazioni sindacali comparativamente più rappresentative. Chiediamo formazione e addestramento per tutte le lavoratrici e i lavoratori, per tutti i tipi di contratto, all’inizio dell’attività lavorativa, prima di adibire alla mansione. Vogliamo la formazione per i datori di lavoro quale requisito per l’avvio o l’esercizio dell’attività d’impresa. È essenziale il rafforzamento dei controlli da parte del “sistema vigilanza” – Inl, Asl, Inail, Inps – nelle aziende in termini di qualità, quantità e frequenza, e la realizzazione tra questi istituti di un coordinamento, di un confronto e di collaborazione concreta e permanente che coinvolga anche le parti sociali. Vogliamo la garanzia, anche attraverso l’azione ispettiva, dell’adozione della contrattazione collettiva maggiormente rappresentativa a tutti i livelli: nazionale, territoriale e aziendale affinché siano estese in modo certo a tutti i lavoratori e le lavoratrici le tutele in tema di salute e sicurezza”.
I lavoratori di oggi fanno i conti con un lavoro che cambia, con innovazioni tecnologiche e digitali, cambiamenti climatici, precarizzazione del lavoro, invecchiamento della forza lavoro. “Chiediamo – aggiungono Conti, Baroncelli e Sama – l’avvio di tavoli di confronto su questi temi, tra ministeri competenti, parti sociali e istituti ed enti di ricerca. Va portata avanti l’analisi delle cause infortunistiche, delle tecnopatie e per la ricerca sui rischi emergenti; vanno affrontati i temi delle violenze e delle molestie sul lavoro come indicato dalle norme di legge e dai contratti nazionali. Vogliamo che la materia della salute e sicurezza sul lavoro entri nei programmi scolastici perché non sia solo una conoscenza di norme ma si concretizzi il rispetto del valore della vita umano”.
“Abbiamo salutato positivamente la sottoscrizione del ‘Patto’ avvenuta il 29 luglio scorso anche sulla base delle richieste della piattaforma che abbiamo presentato a settembre 2021 – concludono Davide Conti, Roberto Baroncelli e Carlo Sama –. Ci sembra importante che sia stato convocato il Tavolo di coordinamento permanente proprio nella settimana in cui a livello nazionale si rilancia la problematica degli infortuni sul lavoro e della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Nel Patto sono presenti diverse azioni che a livello locale si possono e si devono mettere in pratica sul tema, dalla condivisione delle informazioni, della formazione e delle buone pratiche al coordinamento delle attività di controllo, dall’attenzione ai fenomeni di illegalità e precarietà fino al regolamento migliorativo degli appalti privati, dall’attenzione nei confronti dei settori più a rischio, edilizia, agricoltura e lavori nell’ambito portuale, fino alla valorizzazione degli organismi paritetici. Questa prima riunione sarà l’occasione per iniziare il percorso e per rendere tangibile quanto sottoscritto”