“Avevamo visto giusto noi di Europa Verde nell’attaccare l’impianto CCS per la cattura e lo stoccaggio della CO2 che Eni vorrebbe realizzare al largo di Ravenna: anche la Commissione europea in queste ore ha bocciato il progetto negando i finanziamenti che Eni aveva richiesto tramite il Fondo Europeo per l’Innovazione”. Commentano così le notizie arrivate in questi giorni da Bruxelles Silvia Zamboni e Paolo Galletti, coportavoce di Europa Verde Emilia-Romagna.
“A quanto è dato sapere nel silenzio presso che totale dei media nazionali, l’impianto CCS Eni non solo non rientra tra i sette progetti aggiudicatari dei finanziamenti, ma neppure tra i quindici che riceveranno l’assistenza della Banca Europea per gli Investimenti. Una sonora bocciatura che l’Eni si è ben guardata dal rendere noto tramite i suoi canali, dopo aver suonato, al contrario, la grancassa nei mesi estivi circa la richiesta di un sostegno finanziario allo European Innovation Fund”.
In attesa del giudizio dell’Unione Europea, i Verdi si erano però già mossi in Regione: “Come Gruppo Consiliare Europa Verde a luglio avevamo presentato un ordine del giorno – che è stato approvato dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna – per impedire che la Regione ER finanziasse con risorse pubbliche impianti CCSU, odg che ora trova piena rispondenza nella decisione della Commissione europea”.
Nell’attesa di conoscere le motivazioni della bocciatura, Europa Verde rivolge un appello alla politica nazionale: “Non sia il governo italiano ora a finanziare quest’opera. Semmai si preoccupi di sostituire i vertici del colosso energetico nazionale che continuano a non voler fare i conti con la necessità di avviare una vera transizione energetica verso la decarbonizzazione, senza pararsi dietro a illusori processi industriali energeticamente insensati come quello progettato a Ravenna per la produzione di idrogeno blu dal metano con cattura della CO2 che ne deriva come scarto. Contro la Legge sul Clima europea che fissa al 2030 il target di riduzione della CO2 del 55%, per quella data Eni prevede di abbassare le proprie emissioni climalteranti del 25%. Non è quindi più ammissibile che questo colosso energetico in buona parte in mano pubblica non rispetti i target di legge della UE”.