Oltre mille trattori agricoli sono pronti a pulire le strade dalla neve attesa per questa notte in Emilia Romagna anche a quote basse. Lo comunica Coldiretti regionale, sottolineando che la presenza diffusa delle imprese agricole assicura un intervento capillare di spazzaneve sul territorio. L’agricoltore “spazzaneve” può intervenire grazie – informa Coldiretti regionale – alla legge di Orientamento voluta fortemente dalla stessa Coldiretti, che consente alle pubbliche amministrazioni di stipulare convenzioni con gli agricoltori per lo svolgimento di attività funzionali “alla sistemazione e manutenzione del territorio” anche attraverso l’utilizzo di mezzi meccanici agricoli.
Coldiretti regionale ricorda che il brusco abbassamento delle temperature, tipico dei “giorni della merla”, mette a rischio la raccolta di verdure e ortaggi. L’arrivo della neve diventa una benedizione perché il manto che copre le coltivazioni, ad esempio di mais e grano, da un lato serve a riparare le colture dal gelo e dall’altro contribuisce a ripristinare le risorse idriche che scarseggiano a causa della siccità che perdura dall’inizio dell’inverno.
In dicembre – informa Coldiretti Emilia Romagna – nella nostra regione le piogge sono state inferiori mediamente del 60% al periodo di riferimento 2001-2015. La neve – sottolinea Coldiretti regionale – è necessaria a creare le riserve idriche per i prossimi mesi ed anche per scongiurare gli incendi invernali anomali. Il perdurare di periodi di scarse precipitazioni – afferma Coldiretti Emilia Romagna – ripropongono la necessità di accumulare l’acqua quando piove o nevica per utilizzarla nei periodi siccitosi. Per questo – continua Coldiretti – è positivo l’apertura del bando della Regione Emilia Romagna che nel Piano di Sviluppo rurale ha stanziato 16,8 miliardi per finanziare bacini interaziendali per raccogliere acque piovane. Poiché i cambiamenti climatici stanno determinando sempre più la concentrazione di precipitazioni abbondanti in periodi brevi, non bastano provvedimenti regionali, ma è necessario accelerare il Piano nazionale Invasi per realizzare una strategia di ampia portata per la raccolta delle acque da riutilizzare a fini potabili, agricoli, civili e ambientali nei momenti di scarsità.