“Si legge oggi, 28 agosto, su uno dei principali quotidiani (Il Resto del Carlino), a caratteri cubitali, che “i pini sono salvi”. L’Amministrazione ha accusato il colpo della massiccia partecipazione alle manifestazioni per chiedere la tutela dei pini storici, da sempre simbolo di Ravenna, e si cela dietro a titoli rassicuranti? Ma a ben guardare l’articolo, non c’è nessun cambio di passo e nulla di salvo. Leggiamo infatti che per via Maggiore i pini abbattuti non verranno ripiantati, ma sostituiti con altro. Questo significa che il programma di verifica – e quindi abbattimenti – degli alberi storici procederà come avviene da almeno 5 anni. Se invece l’obiettivo fosse di mantenere integra l’alberata a pino domestico, senza dubbio il criterio sarebbe quello di procedere con la messa in sicurezza e la conservazione rigorosa del viale, con il ripristino dei pini perduti. Viale peraltro già sottoposto sulla carta a tutela, trattandosi di alberata storica di oltre 70 anni. Gli abbattimenti sarebbero quindi riservati solo ai casi estremi, mantenendo e curando il più possibile con interventi mirati gli antichi pini, alcuni dei quali di grandissimo valore ornamentale e fondamentali per la mitigazione delle isole di calore e dell’inquinamento. Via Maggiore, riferendosi alla centralina ARPAE più vicina, in via Zalamella, ha già visto lo sforamento dei limiti per ben 26 volte per le PM 10, dannosissime per la salute umana, contro le 35 ammesse annualmente.
Valore ornamentale, storico ed ecosistemico di un patrimonio pubblico irripetibile, che invece l’amministrazione è ben lontana dal riconoscere, se è vero, ad esempio, che senza alcuna remora indica come sostenibile e qualificante l’intervento – a nostro parere aberrante – di abbattimento di oltre 60 pini domestici di oltre 50 anni a Lido di Savio. L’abbattimento fa parte del progetto del cosiddetto “Parco Marittimo”, finanziato con soldi PNRR che come tale dovrebbe avere tra i requisiti per essere finanziato il rispetto del principio DNSH, (Do Not Significant Harm), ovvero di non produrre danno ambientale significativo. Ci chiediamo a questo punto come sia stato possibile finanziarlo. Tra l’altro, gli “esperti” progettisti hanno persino sbagliato ad identificare gli alberi nelle relazioni di progetto, indicandoli come “pino marittimo”. Stesso errore anche per gli “esperti” che hanno firmato il progetto di via Maggiore. Ancora più triste constatare che nell’articolo, al pari di un grigio burocrate, l’assessora Del Conte già parli al passato dei sessanta alberi di viale Romagna, ancora vivi, splendidi e in ottima salute. Ne sono infatti stati abbattuti solo poco più di una decina (su settanta in tutto) prima dell’inizio della stagione balneare; invitiamo tutti ad andare a verificare sia le condizioni dei pini tuttora esistenti, sia quale squallore assolato e desolato ora regni a Lido di Savio nel tratto già colpito dalla cosiddetta “riqualificazione”. Un possibile danno economico non solo per il turismo ma anche per i proprietari di case e per gli esercizi commerciali. I cittadini non si fermeranno certamente qui.”