La commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Ottavia Soncini, approva il piano regionale per il contrasto alle povertà per il triennio 2022-2024.
“Le risorse nazionali disponibili per il triennio 2021-2023 equivalgono a 137 milioni di euro (rispetto ai 619 milioni a livello nazionale)”, ha riferito l’assessore regionale alle Politiche sociali Igor Taruffi. Ha poi spiegato “che c’è bisogno di misure per contrastare la povertà, come il reddito di cittadinanza, così come lo era per il reddito regionale di solidarietà”. Sul reddito di cittadinanza ha comunicato che “in Emilia-Romagna nel 2020 le richieste sono state 52mila, nel 2021 45mila e nel 2022 sono già arrivate a 39mila, per un importo mensile medio di 494 euro”.
Per Daniele Marchetti (Lega) “nel contenuto del documento anche aspetti ideologici, buona parte di queste risorse finiscono nelle tasche di cittadini stranieri, c’è uno sbilanciamento eccessivo”. Sul reddito di cittadinanza ha poi riferito che “a fronte di un 5,3 per cento di famiglie sotto la soglia di povertà solo un 4 per cento ne usufruisce, un’anomalia”.
“È fondamentale sostenere i redditi bassi, anche in Emilia-Romagna tanti casi, servono lavori stabili e più remunerativi”, ha rimarcato Federico Amico (Emilia-Romagna Coraggiosa). Ha poi spiegato in risposta alla Lega che “una società accogliente deve prendere in carico tutta la popolazione residente”.
Luca Cuoghi (Fratelli d’Italia) ha parlato di “un piano importante ma con un difetto, parte da linea guida nazionali che però sono in evoluzione, il reddito di cittadinanza verrà rivisto, servono valutazioni adeguate, l’obiettivo deve essere quello di creare nuovo lavoro”.
Per Francesca Maletti (Pd) “questo piano è molto importante, siamo comunque consapevoli dei limiti del reddito di cittadinanza, in particolare rispetto alle politiche attive del lavoro, tutte queste persone entro fine anno verranno profilate con l’obiettivo di favorire l’inclusione lavorativa, valorizzandone le capacità”.
Stefania Bondavalli (lista Bonaccini) ha riferito che “c’è un incremento del 25 per cento di persone che si rivolgono alla Caritas, servono quindi misure come questa”. Sul reddito di cittadinanza anche lei ha riferito che “è uno strumento con limiti, ma non va abolito, chi è nella disperazione ha bisogno di sostegno, mentre chi può lavorare deve essere affiancato”.
La stessa presidente Soncini, nel sottolineare che nel mondo ci sono un miliardo di poveri, ha spiegato l’importanza di potenziare il servizio sociale professionale, “la nostra regione fa già tanto (in regione già uno su 3.750)”, così come è importante il tema del recupero alimentare, oltre a quello della povertà minorile ed educativa, anche la questione delle persone senza fissa dimora.
L’assessore Taruffi ha poi risposto alle opposizioni sulla questione reddito di cittadinanza: “Il 60 per cento delle risorse va al 70 per cento di italiani, non è una misura che aiuta prevalentemente cittadini stranieri, che comunque sono persone che pagano le tasse qua”. “Sarebbe un errore clamoroso eliminare il reddito di cittadinanza”, ha concluso.