Il candidato al consiglio regionale per Emilia-Romagna Coraggiosa Edward Necki continua a portare avanti la discussione sul tema della sanità, ormai al centro del dibattito politico nelle ultime due settimane, in vista del voto di domenica 26 gennaio per l’elezione del nuovo Presidente e del nuovo consiglio regionale dell’Emilia-Romagna
“In Emilia-Romagna questi servizi funzionano un po’ meglio che altrove, ma si può dire che sia sufficiente?
I cambiamenti sociali e nelle famiglie richiedono modifiche nella struttura dei servizi che devono essere riprogettati. Pensiamo solo che oggi in regione ormai il 20% dei cittadini hanno più di 65 anni e questa incidenza aumenterà (erano il 16% nell’80).
Servono interventi organici sulla non autosufficienza, per gli anziani, ma anche per le persone che hanno una qualche disabilità, per i quali alle famiglie servono anche soluzioni che affrontino il problema del“dopo di noi”.
Non è solo un problema di risorse, che pure vanno aumentate, ma di riorganizzazione dei servizi con il pieno coinvolgimento delle persone coinvolte.
A questo proposito si parla spesso di “sussidiarietà”, ma questo non può significare un arretramento del pubblico e un affidamento ai privati, vale per la sanità come per gli altri servizi assistenziali.
Per garantire servizi universali è necessario un forte ruolo del pubblico, nella progettazione e nella gestione dei servizi.
Il ruolo dell’associazionismo e del volontariato è essenziale per sperimentare e progettare nuove modalità di intervento, che le strutture pubbliche debbono poi generalizzare, ma non va confuso con la privatizzazione dei servizi.
Il nuovo welfare universale di cui abbiamo bisogno deve liberarsi dei vincoli burocratici, che spesso si verificano, e va costruito insieme alle persone che ne usufruiscono”.