Si è svolta ieri all’hotel Cavallino di Faenza la conferenza stampa per la presentazione del nuovo Circolo Regionale dell’Emilia Romagna del Movimento 24A per l’Equità Territoriale e dei nuovi circoli provinciali di Bologna e Modena. I tre circoli erano nati in piena emergenza Covid in seguito ad una intensa campagna di tesseramento ed avevano svolto iniziative on line per tutta la durata del lock down.
Oltre al referente regionale, Donato Rinaldi, e ai referenti provinciali, Mariagrazia Dilillo per il Circolo di Bologna, e Luigi D’alessandro per il Circolo di Modena, all’evento è intervenuto il fondatore del Movimento, il giornalista Pino Aprile, autore del best seller “Terroni” e del recentissimo “Il male del nord”, il nuovo Terroni dopo la pandemia, che a poche settimane dalla pubblicazione è già arrivato alla terza ristampa. All’incontro iscritti e simpatizzanti hanno riempito la sala, altri hanno seguito l’evento tramite diretta on line , trasmessa sulla pagina Facebook del Movimento regionale la quale ha raggiunto più di 4000 persone. Dopo la presentazione dei circoli, l’attenzione della platea e stata catturata per quasi due ore dal presidente Pino Aprile, che ha raccontato un sud molto diverso dalla narrazione ufficiale, dalle radici antichissime e multietniche, ad un sud moderno che non si arrende, terra di primati noti più all’estero che in Italia, di giovani talentuosi ricchi di ingegno e iniziativa, esempio di libertà e resistenza civile. Molto toccante il momento di racconto personale, in cui il giornalista, per spiegare il ruolo fondamentale della conoscenza contro il pregiudizio, ha parlato del padre che, deportato in Inghilterra durante la guerra, grazie alla sua natura aperta e cordiale e alla sua naturale ironia, si guadagnò la stima e l’amicizia dei suoi carcerieri.
Pino Aprile ha infine ricordato che il sud ha un ruolo fondamentale per la ripartenza dell’Italia, la cui crescita economica è ferma da anni, ed ha esortato i presenti a non lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà che certamente il Movimento incontrerà nel percorso verso l’equità territoriale, “unica strada perché l’Italia torni competitiva in Europa e nel mondo”.