mmaginare lo spazio del museo come luogo non solo di ‘esposizione’, ma come architettura fruibile composta da pieni e vuoti, da spazi chiusi contenuti in altri spazi più ampi, può fornire suggestioni di valore. Soprattutto un museo situato in un edificio storico dovrebbe essere capace di mostrare in forma permanente il proprio spirito-guida, valorizzando così la propria singolarità e trasmettendo un sapere che, anche nella temporaneità delle scelte espositive e dei percorsi, rispetti le suggestioni visive derivate dal luogo. Emozioni e fili di memoria che si rinnovano di volta e in volta, e che a loro volta rinnovano l’apparente immobilità dell’architettura e degli spazi.
In quest’ottica si muove il progetto Nello spazio all’interno del quale i tre artisti emergenti Mitsuyaso Hatakeda, Pietro Vitali e Caterina Dondi si cimentano con il luogo Museo Nazionale, attualizzandolo attraverso la propria sintassi e inserendosi all’interno della VII Edizione di Mosaico Contemporaneo in punta di piedi, nel modo a loro più congeniale: riempendo materialmente e metaforicamente gli spazi dimenticati del museo. I tre artisti amano insediarsi nei luoghi e quasi nascondersi al loro interno, occupando fessure, buchi, anfratti o nicchie dove l’occhio solitamente non cade, riempendo questi vuoti con le loro opere come tessere mancanti di un antico mosaico da restaurare.
Il linguaggio dell’arte contemporanea entra con forme molteplici e diverse a occupare i chiostri, ricettacoli di un antico silenzio divenuti luoghi di esposizione, ma dove permane la quiete. Abbiamo messo a disposizione questi spazi, nei quali nulla di ciò che vi è contenuto può essere cambiato, proprio perché la loro storica immobilità diventasse, nel bene e nel male, fonte d’ispirazione o di aggressione per la poesia concettuale del presente.
Questo progetto di mostra nasce dalla volontà del Museo Nazionale ed Equidistanze Residenze Artistiche di sostenere l’arte emergente, permettendo agli artisti di confrontarsi con luoghi che spesso sono chiusi ai giovani e all’arte del nostro tempo, favorendo un dialogo necessario tra l’arte antica e quella contemporanea, in una visione di mutuo rafforzamento, una sorta di nascita e rinascita allo stesso tempo. I tre artisti, scelti tra i dieci selezionati da Equidistanze 2022, sono stati scelti per le loro ricerche già incentrate sul dialogo con un determinato luogo, senza però correre il rischio di sconvolgerne i connotati. Le opere di Hatakeda, Vitali e Dondi si inseriscono perfettamente nello spazio e il riflesso della collezione permanente del museo le investe di una nuova potenza espressiva.