‘Ringrazio la Fondazione non solo come esperto di Byron, ma per il regalo che ha fatto al mondo intero’ ha detto il professor Gregory Kucich, docente di Studi Europei presso l’Università di Notre Dame nell’Indiana (Stati Uniti) e autorevole componente della Byron Society americana, uno dei primi studiosi a visitare le sale di Palazzo Guiccioli. ‘Qui _ ha continuato il docente _ si fondono la bellezza del palazzo, il valore storico e culturale dei contenuti, la spettacolare forza della tecnologia immersiva e la magia della letteratura e delle sale del poeta’.
Kucich coglie così l’essenza di un Museo che fin dalla primissima sala emoziona il visitatore, perfettamente avvolto nell’atmosfera e nel costume dell’epoca grazie ad una tecnologia che fa rivivere Byron e la società dell’epoca come normali compagni di viaggio del visitatore. La visita è una continua sorpresa, tra i versi del poeta e i cimeli della sua vita, tra le ricostruzioni d’epoca e gli approfondimenti sulla sua figura e sugli altri personaggi della sua intensa vita ravennate e non.
Il passaggio dal Museo Byron al collegato Museo del Risorgimento arriva come naturale sviluppo cronologico dell’esperienza romagnola, annunciato scenograficamente da una magia artificiale che accompagna il visitatore dalla letteratura alla storia avvolgendolo nuovamente nella vita d’epoca attraverso le preziose collezioni della Fondazione Spadolini Nuova Antologia di Firenze e Fondazione Craxi.
I cento giorni che scandiscono da oggi il conto alla rovescia verso l’inaugurazione saranno ritmati da una serie di appuntamenti in preparazione del grande evento. Il primo di questi appuntamenti, il 25 luglio, è l’inaugurazione della Mostra ByronContemporaneo, una rassegna di scatti di Giampiero Corelli abbinati ai versi più amati del grande poeta: la mostra sarà ospitata ai Chiostri Danteschi di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna fino al 25 ottobre, data di inaugurazione del Museo.
Parole e immagini, suggestioni e richiami che rafforzano nel mondo l’immagine di Ravenna capitale internazionale di cultura e storia, ma anche e sempre capace di ammodernarsi e vivere il proprio passato come garanzia e risorsa per il futuro, incrocio naturale tra saldezza della tradizione e potenzialità del nuovo, come racconta efficacemente lo slogan ‘Cassa di Ravenna, una storia di futuro’ della Banca presieduta da Antonio Patuelli