La provincia di Ravenna è il quarto posto per i morti sul lavoro a livello nazionale. Il dato emerge dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering.
Secondo i dati il primo quadrimestre 2022 i decessi sul lavoro a livello nazionale sono diminuiti del 15%, ma no nella nostra provincia, che risulta quarta, dopo Foggia, Frosinone e Alessandria, con 6 lavoratori morti.
“Se il decremento della mortalità sul lavoro rappresenta un dato confortante (-15 % rispetto allo scorso anno), bisogna precisare che in questi numeri sono completamente spariti gli infortuni mortali per COVID. Se nel primo quadrimestre del 2021 ne erano stati conteggiati circa 187, quest’anno, nello stesso periodo, ne sono stati conteggiati circa 10. Questo spiega la forte diminuzione degli infortuni mortali, in contrasto con un netto aumento del 48% delle denunce di infortunio. Sono 261 i lavoratori che hanno perso la vita da Nord a Sud del Paese nel primo quadrimestre del 2022. Più di due morti sul lavoro al giorno: una tragedia che non conosce fine”.
Mauro Rossato Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre fa emergere l’inversione di tendenza dei decessi, ma sottolinea come l’emergenza delle morti sul lavoro sia, purtroppo, ancora una ferita aperta per la nostra Penisola.
“Una situazione davvero preoccupante che si legge chiaramente anche attraverso le denunce totali di infortunio – prosegue Mauro Rossato – perché rispetto al primo quadrimestre 2021 sono cresciute del 48 %. Con i settori della Sanità e dei Trasporti tristemente in testa alla graduatoria”.
Statistiche che impressionano, ma che non raccontano nel dettaglio quale sia il rischio reale per i lavoratori regione per regione e provincia per provincia. Per questo l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, analizza l’indice di incidenza della mortalità, cioè il rapporto degli infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa regionale e provinciale, la cui media in Italia nei primi quattro mesi dell’anno è di 8,5 decessi ogni milione di occupati.
Così l’Osservatorio mestrino, elabora mensilmente la zonizzazione del rischio di morte per i lavoratori del nostro Paese che viene descritto – alla stregua della pandemia – dividendo l’Italia a colori.
A finire in zona rossa al termine del primo quadrimestre del 2022, con un’incidenza maggiore del 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 8,5 morti ogni milione di lavoratori) sono: Puglia, Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige e Toscana.
In Zona Arancione: Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Abruzzo, Molise, Marche e Piemonte.
In Zona Gialla: Sicilia, Sardegna e Lazio.
In Zona Bianca: Calabria, Campania, Umbria, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Basilicata.
I NUMERI ASSOLUTI DELLE MORTI SUL LAVORO IN ITALIA NEL PRIMO QUADRIMESTRE 2022
Se invece andiamo a analizzare i numeri assoluti, a guidare la classifica del maggior numero di vittime in occasione di lavoro è la regione con la più alta popolazione lavorativa d’Italia, cioè la Lombardia (37).
Seguono: Veneto (20), Toscana (18), Emilia Romagna (17), Lazio e Piemonte (16), Puglia (13), Trentino Alto Adige (12), Sicilia e Campania (9), Marche (6), Abruzzo (5), Sardegna (4), Calabria (3), Umbria (2), Molise, Valle D’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Liguria (1).
Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia.
Da gennaio ad aprile 2022 sono 261 le vittime sul lavoro registrate in Italia; di queste, sono 191 quelle rilevate in occasione di lavoro, in diminuzione rispetto ad aprile 2021 (– 26%), mentre sono 70 quelle decedute a causa di un incidente in itinere (+ 46% rispetto al 2021). Un incremento probabilmente dovuto alla ripresa degli spostamenti per recarsi da casa a lavoro rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando il Covid limitava ancora le attività produttive.
Il settore Trasporto e Magazzinaggio conta anche nel primo quadrimestre il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 29 (erano 18 nel primo quadrimestre del 2021).
Seguono: Costruzioni (27) e Attività manifatturiere (21).
La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (69 su un totale di 191). Ma l’indice di incidenza più alto di mortalità rispetto agli occupati viene rilevato tra i lavoratori più anziani, gli ultrasessantacinquenni, che registrano 21,3 infortuni mortali ogni milione di occupati. L’incidenza di mortalità minima rimane, invece, ancora nella fascia di età tra 25 e 34 anni, (pari a 3,1), mentre nella fascia dei più giovani, ossia tra 15 e 24 anni, l’incidenza risale a 7,9 infortuni mortali ogni milione di occupati.
Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro nel primo quadrimestre 2022 sono 17 su 191. In 11, invece, hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.
Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 25.
Il martedì si conferma anche nel primo quadrimestre 2022 come il giorno della settimana in cui si è verificato il maggior numero di infortuni mortali.
Le denunce di infortunio totali sono in aumento (+ 48% rispetto ad aprile 2021). Ad aprile 2021 erano 171.870 mentre ad aprile 2022 sono 254.493. Più di 40 mila gli infortuni occorsi nel settore Sanità e Assistenza Sociale. Ed oltre 23 mila quelli nei Trasporti.
Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane nei primi quattro mesi del 2022 sono state 115.567, quelle dei colleghi uomini 138.926.