“Ho letto con simpatia le dichiarazioni del rappresentante di Berlusconi sul conto della Consulta e della sua presidente Michela Guerra ma non ne entro nel merito perché, come Democrazia Cristiana l’argomento lo riteniamo insipiente. Per quanto riguarda la scelta di dimettermi da Presidente della Consulta invece sono per soddisfare i pruriginosi interessi che Ancarani ha da tempo sulla mia persona, e che mi lusingano perché mettono in pubblica piazza quanto temeva il mio ingresso in politica. La Consulta non è un trampolino politico ed io quando ho deciso di accettare di far parte della Democrazia Cristiana, nel rispetto dell’articolo numero 18 dello statuto che regola la Consulta, (incompatibilità) ho ritenuto opportuno dimettermi.”