Mentre nel dibattito pubblico ci si interroga su come far partire la riconversione della cava di Monte Tondo, la Saint Gobain chiede di poter continuare a sfruttare l’area fino al 2028, continuando la coltivazione mediante l’approfondimento degli scavi nelle zone della cava del gesso già escavate. La richiesta, presentata al termine del percorso per l’elaborazione del Piano infraregionale delle attività estrattive, è caratterizzata anche da un piano di ripristino ambientale del sito.
Una proposta però che non si concilia con lo scenario suggerito dallo studio commissionato dalla Regione Emilia-Romagna per il futuro della cava.
Risponde indirettamente alla Saint Gobain la Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna:
“Ci chiediamo come sia possibile, nell’ambito della revisione del PIAE, autorizzare l’estrazione di ulteriori 2.400.000 metricubi, ampliando l’attuale area, nel rispetto di ogni vincolo esistente.
Come più volte abbiamo sottolineato (e a tal proposito non siamo mai stati smentiti) non è possibile alcun ampliamento rispettando le norme di protezione dell’ambiente. Le leggi, condivise dalle Amministrazioni Locali, lo vietano chiaramente .
Giova ricordare che lo studio ARPA del 2001 e il successivo PIAE concedono una cubatura estraibile di 4.000.000/4.500.000 metri cubi, entro un’area ben definita. A suo tempo tutte le parti in causa concordarono che concedere una ulteriore cubatura in un’area più vasta era incompatibile con l’ambiente.
Oggi, accettare la richiesta della multinazionale smentisce clamorosamente quanto pattuito.
Sarebbe così dimostrata, una volta di più, la totale incompetenza delle amministrazioni locali che nulla hanno fatto in 20 anni per avviare una riconversione produttiva tale da consentire la cessazione dell’attività estrattiva salvaguardando nel contempo l’occupazione. Ancora più grave è che si concederebbero, spudoratamente, i quantitativi di materiale estraibile e una ulteriore estensione dell’area naturale da distruggere che venti anni fa furono considerati da tutti inammissibili.
Ora la sola cosa seria da fare, (essendo prossima la scadenza dell’”Autorizzazione Convenzionata” che consente l’attività estrattiva sino al 19/10/2022) è concedere la proroga di un anno all’estrazione, come previsto dalle norme vigenti, quindi procedere all’approvazione del PIAE in tempi brevi.
Ciò è possibile in considerazione dello studio ARPA (che, lo ribadiamo, è stato condiviso da tutti) dalle raccomandazioni inserite nello studio del 2021 della Regione voluto dalle Amministrazioni locali e, in particolare, dalle leggi vigenti.
La procedura di revisione del PIAE è iniziata ben quattro anni fa è tempo di concludere.
Per quanto riguarda la richiesta di un “Provvedimento Autorizzativo Unico Regionale” di Saint Gobain per la proroga dell’attività sino al 2028 nell’attuale area stabilita dal PIAE vigente, ribadiamo che questa autorizzazione non può esser concessa in quanto è in violazione delle leggi vigenti che vietano espressamente la distruzione dei fenomeni carsici che quindi vanno assolutamente salvaguardati”.