Alcune settimane fa, Nicolò Marino, sedicenne, aveva scritto, tra gli altri, ai gruppi politici rappresentati nel consiglio comunale, tra cui Lista per Ravenna, il seguente messaggio, accompagnato dalla foto sopra riportata: “…sono un grande appassionato di vela. Vi scrivo perché purtroppo in tutta Marina di Ravenna non c’è un canale per uscire con le derive (piccole imbarcazioni non cabinate a deriva mobile, nda). Di conseguenza sono a chiedervi se fosse possibile mettere il corridoio di boe davanti alla spiaggia libera in parallelo alla diga foranea di Marina di Ravenna. Siamo in tantissimi ragazzi e ragazze che a causa della mancanza del canale non possiamo uscire, quindi siamo costretti a rinunciare o a spostarci altrove. Non capisco perché abbiamo una darsena dalle enormi potenzialità, ma non vengono sfruttate a pieno. Grazie per il tempo a me dedicato e scusate il disturbo”.
Ritenendo che questa richiesta fosse meritevole di una sollecita risposta, avevo rivolto al sindaco un’interrogazione per chiedergli se intendesse farsene carico, raccordando i propri uffici con quelli competenti nel merito.
L’assessore al Turismo, Giacomo Costantini, che, in questa posizione, l’installazione di tali “corridoi per l’atterraggio” (come sono definiti tecnicamente) è vietata, sulla base delle seguenti considerazioni:
“La concessione per la predisposizione di corridoi di atterraggio è rilasciata dall’Ufficio Demanio del Comune di Ravenna, previo parere dell’Autorità Marittima, ovvero della Capitaneria di Porto. Di norma, poi, tali concessioni sono collegate ad una concessione demaniale ad uso circolo nautico o noleggio/rimessaggio natanti. Al riguardo, trattandosi della spiaggia libera antistante all’A.N.M.I. (Associazione Nazionale Marinai d’Italia) e attigua alla diga foranea sud, è stato chiesto un parere per le vie brevi alla Capitaneria di Porto e ne è emerso che negli anni passati l’ANMI aveva già chiesto corridoi davanti alla sua concessione, permessi che non gli sono mai stati concessi in virtù della norma (ordinanza balneare regionale), che nei 150 mt dall’imboccatura dei porti vieta la balneazione, ma anche la navigazione (trattandosi di derive ovvero piccole imbarcazioni sprovviste di motore e quindi più facilmente in balia delle correnti)”.