“Alle ferme espressioni di Governo e ministri che due mesi fa hanno annunciato la volontà di autorizzare nuove estrazioni di idrocarburi in Adriatico, potenziando la produzione e approvando nuove concessioni, non è seguito altro che qualche incontro con le Regioni interessate e tavoli di lavoro con istituti di ricerca ed esperti per un non ben definito piano di lavoro” afferma per il PRI ravennate Giannantonio Mingozzi.
“Non è quello che ci si aspettava, considerato anche il sostegno a nuove misure per l’energia che le istituzioni locali interessate hanno approvato, pressochè all’unanimità, la disponibilità di imprese ad aumentare ricerca, trasformazione e stoccaggi, il permanere nell’altra sponda dell’Adriatico di attività estrattive che depauperano il patrimonio delle risorse italiane; così non può andare, sottolinea l’esponente dell’Edera, ed hanno ragione Nomisma e Tabarelli, ingiustamente accusati da Europa Verde di difendere fossili e metano a scapito delle rinnovabili, quando auspicano rigassificatori ed approvvigionamento di gas finchè siamo in tempo”.
“Evidentemente anche in questa compagine di Governo vi sono componenti politiche contrarie agli impegni programmatici enunciati dal Presidente del Consiglio, e sarebbe bene conoscere le ragioni di questi gravi ritardi che, se permangono, pregiudicano tutte le promesse e la volontà di fronteggiare la crisi energetica ed i costi delle bollette aumentando la dotazione di risorse italiane e del gas dell’Adriatico prima che ce lo rubino tutto”.