Mentre si moltiplicano gli appelli di imprese, organizzazioni economiche, sindacati ed esperti del settore affinchè si approvino nuove concessioni per ricerche ed estrazioni di gas metano in Adriatico, non si registrano ancora atti e  misure  istituzionali e governative concrete che vadano in questa direzione; lo afferma Giannantonio Mingozzi, per la segreteria comunale dell’Edera, che ribadisce “per contribuire nei prossimi mesi ad una qualche apprezzabile riduzione delle bollette delle famiglie e dei costi dell’energia industriale i tempi di intervento delle imprese dell’off-shore, quelle ravennati in particolare, sono ormai al limite e rischiamo il perdurare della crescita di tariffe e costi, rinunciando anche a nuove opportunità occupazionali”.
Non vi è Paese al mondo che, di questi tempi, non utilizzi le risorse dei propri giacimenti per calmierare i prezzi di luce e gas ed avere più potere contrattuale con i Paesi produttori; noi invece, sottolinea Mingozzi, nell’illusione miracolistica che le fonti rinnovabili possano colmare in tempi brevi il differenziale energetico, continuiamo a sperare in una transizione complicata e dai tempi lunghi.
Nuove estrazioni, conclude l’esponente repubblicano, in un mare ricco di gas metano ci farebbero risparmiare risorse con giacimenti oggi alla mercè di Paesi come la Croazia che non perde un giorno per sfruttarli; senza contare che il lavoro di estrazione dei  50 miliardi di metri cubi che i giacimenti dell’Alto Adriatico offrono, e cioè una garanzia per decine di anni, darebbe lavoro alle imprese ravennati e aumenterebbe una occupazione di qualità e tecnologicamente avanzata e sicura, e per questo il PRI si augura che le istituzioni ravennati e regionali rafforzino il loro sostegno al settore con posizioni ormai inderogabili.