“Trent’anni fa iniziava a prendere corpo il desiderio e la suggestione per nuove sedi espositive che rendessero visibile e utile per i giovani la storia patriottica e risorgimentale di Ravenna e dell’intera Romagna” afferma Giannantonio Mingozzi per il PRI; il Lascito Guerrini ed altre testimonianze, come il legato testamentario del repubblicano Celso Minardi, diede vita nel marzo 2007 alla Fondazione Museo del Risorgimento ed all’esposizione in San Domenico, già Sacrario dei Caduti; oggi “Ravenna Risorgimento” presieduta con impegno dal vicesindaco Fusignani ne rappresenta l’ideale continuazione per nuovi obiettivi. A seguire poi le tante iniziative promosse per il Bicentenario Garibaldino e per le Celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia, due date
che ci valsero le attestazioni al merito della Repubblica sia dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi e poi da Giorgio Napolitano quale “Città patrimonio della storia risorgimentale e democratica”
per il coinvolgimento della cittadinanza, la promozione nelle scuole e le visite degli studenti che in due anni movimentarono oltre 500 classi di elementari e medie al lavoro sulla Storiapatria”.
“In quel periodo, continua l’esponente dell’Edera, la Federazione delle Cooperative di Ravenna avviò un lavoro straordinario a Mandriole in difesa e ampliamento della Fattoria Guiccioli in ricordo di Annita Garibaldi e di ciò che quel luogo rappresenta per la storia patriottica e partigiana; grazie agli amici del Capanno Garibaldi, sulla Baiona, impegnati ogni giorno alla sua salvaguardia così come i soci dell’Accademia degli Incamminati di Modigliana dedicano gran parte del loro impegno alla storia della Repubblica e dei suoi protagonisti principali”. “Siamo certi, come repubblicani, che il lavoro di questi anni ed il senso civico dimostrato dai ravennati abbiano coltivato un terreno fertile per il Museo di Palazzo Guiccioli dedicato a Byron ed al Risorgimento di imminente apertura; il presidente della Fondazione Alfieri e del Gruppo Cassa Patuelli hanno finanziato un grande investimento con coraggio e senso della storia e per questo li ringraziamo; ma è nel suo insieme che la collettività ravennate merita un Museo così prestigioso, tra i primi tre d’Italia con Torino e Roma, una sede per la cultura, la storia ed i valori morali d’Europa, una sede nella quale il sacrificio dei popoli e la difesa della libertà e della democrazia non siano solo vestigia da visitare ma esempi da vivere ed insegnare, non utopie ma un lavoro comune per unire quell’Europa che Mazzini, Cavour, Cattaneo e poi Sforza, Spinelli e pochi altri testimoniano”. “Patria, Europa, Uguaglianza e Libertà troveremo citati in tante sale del magnifico complesso di Via Cavour, conclude il repubblicano Mingozzi, e per questo dobbiamo essere fieri ed orgogliosi del Museo d’Europa che non rappresenterà solo un terminale turistico ma una guida alla storia della Repubblica e le fondamenta di un’Europa unita e coraggiosa, come Ravenna”.