“Per quanto sia condivisibile l’intenzione del Governo di adottare a breve un piano di emergenza efficace per meno consumi, più risorse di gas alternative e più responsabilità dei consumatori, rimane ancora incerto e non quantificato l’incremento di estrazioni dai pozzi dell’Adriatico, pur essendo in corso un piccolo aumento di produzione”, afferma per l’Edera di Ravenna Giannantonio Mingozzi. “Nella recente Assemblea di Confindustria Romagna è stato rilevato come sia incomprensibile ritardare la piena ripresa di attività dei nostri pozzi quando è in arrivo il rigassificatore offshore; in una parola sarebbe bene utilizzare le risorse nazionali almeno in simbiosi con altre soluzioni di approvvigionamento dall’estero”, continua Mingozzi. “Le sospensioni delle forniture russe, la guerra in atto ed i costi crescenti delle alternative di approvvigionamento costituiscono un rischio, conclude l’esponente del PRI, per famiglie ed imprese che dobbiamo evitare, cominciando con l’autorizzare l’estrazione di almeno 20 miliardi di metri cubi di gas di produzione nazionale, cioè un quarto del fabbisogno italiano complessivo, contribuendo anche all’incremento di occupazione ed al contenimento dei costi delle bollette”.