“Fa piacere che l’amministratore delegato di ENI Claudio Descalzi abbia citato come possibile l’aumento delle estrazioni in Adriatico seppure in tempi lunghi, dispiace invece che lo ponga in alternativa al nucleare che ritiene più rapido ed evidentemente con meno ostacoli politici, come egli ha ricordato” afferma l’esponente del PRI di Ravenna Giannantonio Mingozzi.
“Con tutto il rispetto per ENI ed il sostegno che ha sempre dimostrato per Ravenna, le nostre imprese e gli investimenti della città dell’energia, questo confronto non mi trova d’accordo: l’Adriatico e le possibilità di attingere alle risorse di gas metano è a portata di mano con esperienze positive e nuove tecnologie di ricerca ed estrazione sempre più sicure, se si riprendono le estrazioni in tempi ragionevoli sarà un bene per la bilancia energetica nazionale che potrà contare su una riserva di energia per almeno vent’anni per industrie e famiglie; ma se si tarda ancora non ne varrà più la pena perche’ altri stanno approfittando
“Con tutto il rispetto per ENI ed il sostegno che ha sempre dimostrato per Ravenna, le nostre imprese e gli investimenti della città dell’energia, questo confronto non mi trova d’accordo: l’Adriatico e le possibilità di attingere alle risorse di gas metano è a portata di mano con esperienze positive e nuove tecnologie di ricerca ed estrazione sempre più sicure, se si riprendono le estrazioni in tempi ragionevoli sarà un bene per la bilancia energetica nazionale che potrà contare su una riserva di energia per almeno vent’anni per industrie e famiglie; ma se si tarda ancora non ne varrà più la pena perche’ altri stanno approfittando
delle nostre titubanze, in particolare i Paesi dell’altra parte dell’Adriatico che estraggono anche ciò che ci appartiene” continua l’esponente dell’Edera.
“Trovo invece poco credibile la prospettiva di un nucleare con piccole centrali di nuova generazione a portata di mano nei tempi e nelle condizioni di sicurezza perchè sarà disponibile in tempi molto lunghi, certamente superiori alla produzione dei nostri pozzi in mare” conclude Mingozzi: “ENI, se vuole, ha la forza per convincere Governo e politica che intanto la ripresa delle estrazioni, anche con nuovi impianti, è una possibilità a portata di mano e molti utile all’autonomia dell’Italia, e noi ci auguriamo che sia questa la strada che vorrà seguire”.
“Trovo invece poco credibile la prospettiva di un nucleare con piccole centrali di nuova generazione a portata di mano nei tempi e nelle condizioni di sicurezza perchè sarà disponibile in tempi molto lunghi, certamente superiori alla produzione dei nostri pozzi in mare” conclude Mingozzi: “ENI, se vuole, ha la forza per convincere Governo e politica che intanto la ripresa delle estrazioni, anche con nuovi impianti, è una possibilità a portata di mano e molti utile all’autonomia dell’Italia, e noi ci auguriamo che sia questa la strada che vorrà seguire”.