Da sopralluoghi recentissimi parrebbe non vi siano dubbi che i lavori del progetto finalizzato alla difesa e fruibilità della zona sud di Lido di Dante in corso sulle dune protette della Riserva naturale “Duna costiera Ravennate e foce del Torente Bevano”, siano stati fermati. I lavori, progettati su una riserva statale dal Comune di Ravenna con fondi ENI e sottoscritti da Regione, Ente di gestione per i parchi e la biodiversità Delta del Po e Università di Bologna (sezione di geologia del dipartimento di scienze biologiche geologiche ambientali), in collaborazione con i Carabinieri per la tutela della biodiversità e parchi – ufficio territoriale di Punta Marina, erano stati autorizzati per il periodo autunnale, con limite massimo del 28 febbraio. Pare invece che siano iniziati inspiegabilmente proprio verso fine febbraio/primi marzo, e sono durati quasi 40 giorni fuori dal tempo limite concesso nelle autorizzazioni. Sono state quindi presentate una denuncia, un’interrogazione – grazie al consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Andrea Bertani – ed un’istanza di accesso civico da parte dell’associazione Gruppo di Intervento Giuridico, molto attiva sulle tematiche ambientali e che è riuscita persino ad acquistare le dune e la spiaggia di Chia, a Cagliari, per salvarle da una possibile speculazione immobiliare.
Una delle due passerelle sulla duna protetta del Bevano è attualmente incompleta e tutto pareva essersi fermato almeno fino a ieri (15 aprile): i mezzi sono andati via e non vi sono segni di lavori in corso o imminenti o di materiali lasciati sul luogo per la prosecuzione. Davvero si sono svolti in periodo vietato per il rispetto della nidificazione dell’avifauna protetta della Riserva senza alcuna autorizzazione? Nessuno degli enti competenti o di chi poteva segnalare una cosa così grave ha vigilato? Cartelli all’esterno del cantiere in effetti non ce ne erano.
L’assessore ai Lavori pubblici è andato sul giornale con un articolo (Resto del Carlino del 2 aprile 2019) in cui era scritto: “Considerata l’importanza naturalistica della zona, tutte le attività necessarie verranno eseguite nel rispetto del periodo di nidificazione”, quando invece stava avvenendo l’esatto contrario? Vogliamo precisare che la zona dove vengono realizzate le due passerelle è sempre completamente interdetta al passaggio, trattandosi di habitat “prioritario” secondo le normative europee, e non capita quasi mai di incontrare qualcuno che sconfini lì sopra. Gli sconfinamenti non consentiti avvengono frequentemente sulla battigia, ma non sulle dune. In poche parole, le decantate passerelle create “per tutelare le dune”, in realtà vanno solo a portare persone, e quindi pressione e disturbo, laddove ora non ce n’è. Il “Rapporto Ambientale del Piano Territoriale del Parco Regionale del Delta del Po – Stazione Pineta di Classe e Salina di Cervia” dice: “Tutela integrale del tratto di litorale compreso tra 1500 metri a nord e a sud della foce del torrente Bevano, con rigoroso divieto di accesso anche pedonale e di sosta tra il 15 marzo e il 15 luglio sia alla spiaggia che alle dune e divieto di accesso durante tutto l’anno alle sole dune, ma in tutto il tratto da Lido di Dante a Lido di Classe, e attenta sorveglianza. Tali ambienti sono ad altissima naturalità ed in spontanea evoluzione, sito di nidificazione potenziale di specie molto sensibili al disturbo antropico (Beccaccia di mare, Fraticello, Sterna comune), pertanto necessitano della minima presenza umana possibile”. Un passo indietro a favore della natura sempre più minacciata, nel rispetto dei regolamenti in vigore, non lo possiamo proprio fare?
Se sarà confermato che i lavori sono stati eseguiti senza autorizzazione, restiamo sconcertati, in attesa di capire e di approfondire in tutte le sedi opportune come questo sia potuto accadere.
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