Maurizio Marchesi non sarà il candidato del centrodestra. Il noto giornalista ha infatti rifiutato l’offerta della Lega di guidare la coalizione che si presenterà alle elezioni di settembre. Il suo doveva essere un nucleo civico, sostenuto dai partiti. Dopo giorni di riflessione, con una lunga lettera rivolta agli organi di stampa, Marchesi ha spiegato la propria decisione di non scendere in campo
La lettera aperta alla città di Maurizio Marchesi
“Nel 1993 (da una felice intuizione dell’allora direttore Gaetano Foggetti), nasce a Tele1 la trasmissione televisiva “Il Sindaco Risponde”. Era Sindaco di Faenza Nerio Tura. La trasmissione fu affidata e condotta, per i primi mesi in alternanza da Gabriele Garavini e dal sottoscritto, poi l’anno successivo con il nuovo Sindaco, Enrico De Giovanni, fu affidata a me che la condussi stabilmente fino al 2015. Un giorno Enrico De Giovanni rilasciò un’intervista ad un giornale locale dicendo che i giornalisti faentini non erano professionali e preparati (i termini esatti non li ricordo, ma i concetti erano questi). Rimasi amareggiato in quanto anch’io, nel mio piccolo, facevo e faccio parte di questo gruppo. Alla sera prima della diretta televisiva gli chiesi spiegazioni e mi ricordò semplicemente alcune delle regole e dei doveri del giornalista: “…rispetto della verità con maggiore accuratezza possibile e verifica delle fonti”. Ho sempre cercato la verità, la verifica delle fonti ed ho sempre messo il rispetto delle persone davanti al possibile scoop giornalistico.
Sono un uomo libero, moderato, civico, senza distintivo e senza bandiera e penso di averlo dimostrato negli anni, nelle tante interviste e trasmissioni televisive. Dopo essermi ritrovato con foto nel giornale, mentre ero in vacanza al mare con la famiglia, senza nemmeno una telefonata, da più parti politiche (praticamente da tutti) sono stato contattato per sondare la mia disponibilità a fare il candidato Sindaco per la mia città, Faenza.
Amo Faenza, la sua anima culturale da piccola Atene di Romagna, il Palio, il buon vivere, il verde, gli eventi, le attività economiche, i grandi team mondiali, lo sport, la piazza. Amo Faenza e ho rinunciato ad opportunità lavorative con relativa crescita professionale per restare a Faenza.
Da anni vivo del mio lavoro e non di politica con la quale ho sempre dialogato a 360 gradi e, lo ripeto, non ho mai avuto una tessera in tasca. Chi crede che abbia un’etichetta, che eravamo ai dettagli, sbaglia.
Se ho atteso prima di scrivere e parlare (premesso che ho risposto a tutti coloro che mi hanno chiamato e ringrazio particolarmente per lo stile Filippo Donati) è sostanzialmente per due motivi. Innanzitutto ero fuori città con la famiglia e gli ultimi giorni di mare li ho passati al telefono trascurando i miei familiari. Secondo motivo e naturalmente fondamentale, nel rispetto delle persone che hanno fatto il mio nome, dovevo, da buon giornalista, comprendere cosa era vero ed era opportuno almeno un incontro. La richiesta di candidatura è arrivata da una forte componente civica e solo per questo motivo, con un passo indietro dei partiti e con piena autonomia della lista civica del candidato Sindaco ho accettato il confronto.
Ho ascoltato, ho riflettuto. Ho incontrato e parlato con molte persone.
Credo che la città abbia bisogno di nuova spinta propulsiva che sappia andare oltre alla gestione economica dei conti, un progetto per il futuro che possa dare opportunità ai giovani e che possa offrire lavoro e ricollocazione a tutti. Penso che siano importanti i programmi politici (di cui ancora non ho sentito parlare) e che serva anche una “visione” della città del futuro.
La “bellitudine” come diceva un amico qualche giorno fa, è l’attitudine ad essere bello. Mi sono documentato online, la “bellitudine” è semplicemente cura delle cose, dei dettagli, delle proporzioni, amore delle persone, in sintesi rispetto. Dal rispetto non può che nascere qualcosa di bello, non può essere altrimenti. Faenza è bella, ma ha anche un’attitudine ad esserlo. Diamogli una ulteriore progettazione che possa essere la guida della Romagna, ne ha le potenzialità.
Mettiamo al centro la famiglia, l’etica, il rispetto della nostra terra. Ripartiamo da un nuovo umanesimo, come scrive Mons. Mario Toso, per vincere le sfide globali serve una vera trasformazione che parta dalle fondamenta.
Amo Faenza, ma amo anche il mio lavoro.
Questa sera iniziano le registrazioni della trasmissione “Salotto al Caminetto” e a breve arriveranno notizie sugli ospiti di questa settimana che sono straordinari protagonisti dello sport, della medicina, e dell’industria. Nelle prossime settimane non nego che vi saranno anche leaders politici.
Il passo della candidatura a Sindaco della mia città mi stimola, mi emoziona e mi dà energia, ma in questo momento preferisco il mio lavoro.
Ringrazio chi mi ha cercato, mi spiace deluderli, ma torno al mio lavoro.
Conosco i candidati in campo e quelli che scenderanno. Sono meritevoli della mia stima e auspico che siano autonomi nelle loro scelte e che sappiano ristabilire in città due parole per le quali mi sarei battuto: meritocrazia e competenza in tutti gli ambiti. Chiedo che mantengano viva la passione e il Servizio per la politica. Che siano inclusivi e non divisivi, che abbiano a cuore Faenza e non il loro ruolo di presunto e temporaneo potere.
Conosco Massimo da sempre, conosco Paolo, ho conosciuto Roberto e sicuramente conoscerò il candidato del centro destra. A tutti auguro buona fortuna per il bene della nostra città.
Voglio ringraziare per la pazienza e la professionalità gli editori, i direttori e i colleghi delle testate per cui lavoro (Ravenna e Faenza WEBTV e DI.TV), l’Associazione Italiana Arbitri – Sezione di Faenza (che presiedo e che è e deve essere apolitica) e tutti i miei clienti che non mi hanno trovato disponibile in questi giorni.
Voglio ringraziare anche tutti i cittadini e gli amici che mi hanno dato il loro sostegno, e saluto anche i classici “leoni da tastiera” (chiamate prima di scrivere!).
Torno al mio lavoro con l’imparzialità e la libertà di sempre.
Grazie a tutti”.