Giovedì 28 giugno 2018 Massimo Gaudioso sarà in Arena Borghesi (Faenza, viale Stradone 4) per commentare il suo ultimo lavoro Dogman (Italia, 2018) per la regia di Matteo Garrone. Apertura cancelli ore 20,50. Inizio proiezione 21,30. Serata realizzata grazie al Progetto FICE ER – Accadde domani. Il film ha come protagonisti Marcello Fonte (premiato a Cannes per la miglior interpretazione maschile) ed Edoardo Pesce ed è liberamente ispirato alla delittuosa vicenda del Canaro della Magliana. Marcello si prende cura dei cani nel suo negozietto sperduto. Lo fa con dolcezza. La stessa dolcezza con cui progetta viaggi intorno al mondo con la figlioletta. Del resto anche a lui piace essere benvoluto. Forse per questo spaccia un po’ di cocaina, per essere benvoluto nel piccolo mondo dove vive. Di questo mondo fa parte anche Simone, un bullo fuori controllo che si rivolge a Marcello per la cocaina e per sfruttare a suo piacimento la sua disponibilità d’animo. Marcello non può fare altro che assecondarlo. La dinamica tra vittima e molestatore è più antica ancora della morale. E il film riporta a un universo semplice, infantile, dove chi è più forte, senza eccezioni, mette i piedi in testa a chi è più debole.
C’era un territorio in cui Matteo Garrone non si era ancora spinto: quello della tenerezza, della dolcezza e dei sentimenti migliori. Abilissimo a lavorare nei contesti duri come non vediamo mai in nessun altro film, questo regista che pare non saper sbagliare un film, ha sempre dimostrato una certa predilezione per il nero (che pure non manca in Dogman), tono che il suo stile, mai cerebrale ma anzi spontaneo e verace come la vita vera, è perfetto per raccontare. Dogman sbatte in faccia a tutti il fatto che quello stesso stile, che fa sì che ad un posto e alle persone che contiene debbano corrispondere per forza certi sentimenti, funziona pure quando si tratta di raccontare la tenerezza e il lato più commovente dell’umanità. Di tutto Dogman solo una chiusa (non della storia ma proprio dell’ultima scena) un po’ da sogno, in cui sembra che ciò che si desidera sia a portata ma al tempo stesso irraggiungibile, è un filo fuori posto, ma sono dettagli minuscoli di fronte all’imponenza di quest’opera apparentemente piccoletta in cui vero e falso, attori non professionisti e professionisti (tantissimi e bravissimi a partire dall’irriconoscibile Edoardo Pesce, fino a Francesco Acquaroli e Adamo Dionisi, il compratore d’oro minuscolo-borghese, un ruolo inedito per lui eppure subito perfetto) si mescolano per creare una realtà irreale, allo stesso tempo concreta e sospesa, che smarca subito il film dalla cronaca e dal sociale per posizionarlo nel personalissimo. Perché la forza pazzesca di questo film asciutto e semplice, pensato quasi come una storia breve, in cui davvero è impossibile trovare un minuto che sia di troppo, sta in come Garrone trovi il meglio e il peggio non tanto dei personaggi, ma del pubblico. Dogman riesce a guardare così tanto dentro Marcello (che si apre con una spontaneità il cui merito è anche dell’attore Marcello Fonte) e così in profondità, da raggiungere gli elementi primordiali che accomunano tutti gli uomini e tirarli in superficie, così da metterci di fronte ai nostri istinti più profondi (violenti e teneri), riconoscendoli in quelli dei personaggi.
Chi è Massimo Gaudioso?
Regista, sceneggiatore, attore italiano, nato a Napoli nel 1958. Lavora dall’1983 al 1995 come copywriter, regista di documentari, spot, video, sigle e programmi televisivi. Nel 1995 scrive e gira il cortometraggio Il caricatore insieme ad altri due giovani registi, Fabio Nunziata ed Eugenio Cappuccio, che ottiene il Premio del pubblico dei giovani al Festival di Locarno. Il cortometraggio diventa film nel 1996 e vince numerosi riconoscimenti tra cui il Premio Holden per la sceneggiatura al Festival di Torino, il premio Casa Rossa a Bellaria come miglior film indipendente italiano dell’anno, la targa d’oro Anec e il Ciak d’oro come migliore opera prima, il Sacher d’oro per la produzione. Insieme ai due colleghi gira nel 1997 Un caso di forza maggiore tratto dal racconto omonimo di Massimo Bontempelli e nel 1999 La vita è una sola. Storico collaboratore di Matteo Garrone, lavora insieme al regista dal magnifico Estate Romana (2000), insieme hanno scritto, tra gli altri, Primo amore, Gomorra e L’imbalsamatore, per il quale, nel 2003, ha ottenuto insieme ad Ugo Chiti e Matteo Garrone, il David di Donatello per la sceneggiatura.