“Il Gen. Figliuolo ieri ha dichiarato di essere a buon punto con la ricostruzione post-alluvione del maggio scorso anche perché l’entità dei danni reali è inferiore rispetto a quella quantificata dalla Regione Emilia-Romagna.
Ringrazio il Gen. Figliuolo per la sua operosità, per la continua presenza sul territorio e per l’attenzione sempre dimostrata nei confronti delle richieste dei cittadini e delle imprese.
Con il d.l. “Ricostruzione”, che arriverà entro la settimana prossima in Senato, di cui sono relatrice, il Gen. Figliuolo, il cui mandato era in scadenza a giugno, verrà riconfermato fino a dicembre 2024.
Con il senno del poi, possiamo quindi dire che l’anno scorso la scelta di Figliuolo come Commissario straordinario è stata una scelta giusta, perché se fosse stato nominato Bonaccini, oggi non ci troveremo ad approvare una proroga bensì a dover individuare un sostituto (con tutto ciò che comporta un passaggio di consegne in una fase così delicata come la ricostruzione) visto che Bonaccini ha deciso di mollare tutto e di andarsene in Europa.
Quanto alle dichiarazioni di De Pascale sul quotidiano “La Stampa”, resto veramente basita.
È vero che è iniziata la campagna elettorale e che De Pascale sarà il candidato della sinistra alle prossime elezioni regionali in Emilia – Romagna, ma leggere che si erge a paladino della prevenzione e della sicurezza idrogeologica e leggere che è preoccupato per il consumo di suolo quando il comune di Ravenna è quello che in Italia ha il maggior incremento annuo di cementificazione, ha dell’incredibile. Forse ha dimenticato che la prima delibera approvata dal consiglio comunale di Ravenna dopo l’alluvione fu proprio  la cementificazione di 7 ben ettari di terra, oggi campagna, posti lungo un canale!
La richiesta poi di innalzare l’indennizzo dei beni mobili a 30.000€ è veramente demagogica.
Fra l’altro non è vero che anche ANCI ha fatto una richiesta simile: si è limitata a chiedere un innalzamento fino ad un massimo di 12.000 00 euro. Una bella differenza!
La verità è che si vuole distrarre l’attenzione dei cittadini da quelle che sono le responsabilità che la Regione ha avuto nell’alluvione non mettendo in atto la dovuta prevenzione e questo nonostante Bonaccini fosse commissario al dissesto idrogeologico e la Schlein sia stata assessore regionale con delega al patto per il clima e alla transizione ecologica.
De Pascale inoltre nell’articolo lamenta che nei Piani Speciali non ci sarebbero opere come le casse di espansione.
Quali casse di espansione?
Quelle che non ha costruito o completato la Regione, come per esempio la cassa di espansione del fiume Senio in località Ca’ Lolli – Tebano – Cuffiano, considerata già dal 2005 opera di pubblico e irrinunciabile interesse, proprio perché indispensabile per conseguire la moderazione della portata di piena al colmo in arrivo al tratto arginato a valle di Castelbolognese, fondamentale per mettere in protezione i territori della Bassa Romagna, poi alluvionati nel 2023?

Perché non sono state costruite allora? Perché i fiumi non sono mai stati puliti,  nonostante molti fossero già esondati anni primae, e si è permesso che si trasformassero in vere e proprie foreste, riducendo poi la loro capacità di portata?
A queste domande, non ha mai risposto nessuno e nessuno si è mai assunto responsabilità ma noi e i cittadini attendiamo le risposte che prima o poi dovranno essere date. Sicuramente non sentiremo la mancanza di Bonaccini come Commissario contro il dissesto idrogeologico e quanto al candidato in Regione della sinistra che, d’un tratto, si accorge che le opere di prevenzione e di sicurezza sono fondamentali per limitare i danni dell’alluvione, non mi sembra credibile.
Dov’era prima? Dov’era quando aveva il compito istituzionale di sollecitare più prevenzione alla Regione?
Quanto agli indennizzi per i beni mobili, poi, vorrei fare presente che è la prima volta che un governo riconosce di fatto indennizzi di questo tipo. Da Romagnola ringrazio il governo Meloni per questa decisione coraggiosa perché credo che non sfugga a nessuno il fatto che l’adozione di questa misura verrà a costituire un precedente che, visto il continuo susseguirsi di eventi calamitosi, potrebbe in futuro gravare pesantemente sulle casse dello Stato, già molto provate  da superbonus e da redditi di cittadinanza.
Per il terremoto del 2012 in Emilia, nessuno si è sbracciato per ottenere il risarcimento dei beni mobili dal governo di allora, eppure il commissario alla ricostruzione era proprio Bonaccini.
Le giravolte della sinistra, a seconda delle convenienze, sarebbero quasi divertenti se non venissero fatte sulla pelle dei cittadini. E il fatto di essere in campagna elettorale non giustifica questi comportamenti.
La sinistra sostiene che i soldi per aumentare gli indennizzi ci siano, ma vorrei precisare che dei 560 milioni che, con il decreto ricostruzione, entreranno nella contabilità speciale del Commissario, 210 mln sono destinati agli indennizzi per beni mobili, ma i 350 mln rimanenti è già previsto che vadano a fronte della ricostruzione privata. Ad oggi non è possibile sapere se ci saranno dei residui, non solo perché alcuni cittadini non hanno fatto ancora la richiesta degli indennizzi, ma anche perché la ricostruzione privata è ancora in corso e la ricostruzione privata deve avere la priorità perché gli immobili alluvionati per non perdere valore sul mercato devono essere perfettamente risanati.

Marta Farolfi Senatrice (FdI)