“Per questa città, gli anni ‘80 sono stati anni generosi. Per indagare le ragioni di abbandono e di conseguenti atti di vandalismo ricordo due luoghi simbolo di quegli anni, il complesso del cosiddetto Pala De André e il Parco della Pace in via Marzabotto, fatti realizzare, il primo, da Raul Gardini e il secondo da Isotta Fiorentini Roncuzzi che con tanta passione ha voluto e seguito la realizzazione del parco.
Il Parco della Pace è un museo all’aperto con opere monumentali di artiste e artisti italiani ed europei realizzate da mosaicisti ravennati i cui nomi, in molte didascalie, neanche compaiono. Questo Parco rappresenta uno dei primi luoghi, che con la raffigurazione della Pace e con la diversa nazionalità degli artisti, racconta la volontà di una Europa unita nella pace.
Nella notte del 15 aprile, il parco ha subito atti di vandalismo che hanno danneggiato la fontana a mosaico “Le chaos et la source de vie” dell’artista belga Claude Rahir.
L’assessore alla Cultura Fabio Sbaraglia ha parlato “di offesa all’intera città, che ha sempre dimostrato affetto e interesse verso il Parco e la sua storia…” per poi citare
“…un lavoro progressivo ma costante di restauro delle opere che vi sono ospitate”
Al gentile assessore vorrei consigliare di proporre un’indagine conoscitiva per rendersi conto di quante e quanti ravennati sono a conoscenza di avere nella loro città il Parco della Pace.
Il Parco si trova a circa un chilometro dal centro della città. È circondato da edifici scolastici e da abitazioni. Potrebbe essere un luogo ricco di iniziative culturali e artistiche. Invece niente di niente. Il nulla, l’abbandono, il vuoto e l’assenza. Nessuna indicazione: i nomi degli artisti sono illeggibili, non è segnalato né ai cittadini, né ai turisti, non è presente nelle guide della città. Assente una bacheca che ne descriva le origini, le ragioni artistiche e umanitarie. Le targhe originali rimosse non sono state sostituite in modo adeguato. Il parco quindi è ignorato, è muto perché risiede in una città un po’ distratta che a volte non riconosce i doni, perché di doni si tratta, di persone come Isotta Fiorentini Roncuzzi.
Da tempo, al mattino, vado spesso in questo parco e in perfetta solitudine, mi siedo in una panchina -quelle verdi di una volta- nel bordo dell’Albero della Vita, mosaico pavimentale di Mimmo Paladino e ne controllo le perdite. È in condizioni pietose, parti di mosaico sono letteralmente sparite, si sono formati spazi vuoti che rivelano il terreno sottostante. Avrebbe la necessità urgente di essere restaurato perché giorno dopo giorno se ne sta andando. Quest’opera ha avuto problemi fin dalla nascita, ma ora, per incuria e disattenzione ha perso il suo antico splendore, oltre alle zone prive di tessere musive, non ha più colore: è diventata un’opera in bianco e nero. Per segnare il nostro tempo non potevo trovare affinità più profonde. Perde pezzi. In questa epoca di rapida decadenza, dove la gente non trova un posto di pace, si trova nelle nostre stesse condizioni.
Da questa osservazione quasi quotidiana, ha avuto origine “L’eleganza dell’essere distesi” evento che ho realizzato per la Biennale di Mosaico Contemporaneo con la collaborazione di amiche e amici artisti e con la partecipazione delle e degli studenti della 5A, 5ART,4B del Liceo Classico Dante Alighieri.
Per ridare vita al Parco della Pace credo sia necessario ripartire proprio da qui, dal coinvolgimento di ragazze e ragazzi in Azioni, Eventi, lezioni all’aperto, dove le grandi opere conversano con alberi maestosi.
La conoscenza del Parco e del mosaico contemporaneo a Ravenna è iniziato tre anni fa in alcune classi del Liceo Classico Dante Alighieri che in collaborazione con l’Associazione Dis/ORDINE hanno realizzato due mosaici, uno dei quali rappresenta proprio la rielaborazione di un particolare di un’opera presente nel Parco. Mi risulta sia in atto un progetto ideato da Serena Simoni insegnante di Storia dell’Arte al Liceo Artistico, che riguarda la mappatura di mosaici e di opere contemporanee sparse, senza indicazione alcuna, in città e coinvolge Liceo Artistico, Accademia di Belle Arti e Comune
Fino a quando non verrà restaurato continuerò a progettare e realizzare, con scuole diverse, Azioni nell’Albero della Vita.”