Ieri il Partito Democratico di Ravenna ha festeggiato l’Europa, dedicando la giornata a David Sassoli, un uomo con lo sguardo sempre rivolto al futuro, verso un’Europa senza muri, nazionalismi e divisioni. Dobbiamo sostenere un progetto forte per il futuro dell’Europa
L’Europa, come ha ricordato di recente il Presidente Mattarella “è partita da una comunità economica, ma quel che si è ottenuto dopo è di gran lunga più importante”.
«Grandi risultati sono stati raggiunti – ha dichiarato nell’occasione il segretario del PD di Ravenna Lorenzo Margotti – altri invece non a pieno o come auspicati in origine. In ogni caso l’Europa unita rappresenta il più importante risultato storico dell’ultimo secolo che guarda ogni giorno a nuove sfide che vanno anche oltre il mero concetto geografico e politico. I recenti avvenimenti, indubbiamente, porteranno a un’Europa diversa, anche rispetto a quella immaginata solo qualche mese fa. Per questo è vitale guidare il cambiamento e non farsi condurre dagli eventi, a partire dalla determinazione a fare dell’Unione Europea sempre di più un continente di pace che lotta per la pace. Dobbiamo riformarla, rendendola più solida, è un dovere storico, forse il più impegnativo mai affrontato dalle nostre generazioni. In questa prospettiva, anche nel piccolo del nostra città dovremmo perseguire con i cittadini la strada del confronto, della proposta e dell’ascolto per aiutare tutti insieme a scrivere l’Europa di domani.
La festa dell’Europa è stata l’occasione per condannare ogni forma di violenza contro la popolazione civile innocente. Condannare non significa rinunciare allo sforzo di comprendere e storicizzare quanto è avvenuto nella storia ma ribadire la nostra opposizione a ogni forma di totalitarismo.
La democrazia – ha poi concluso il segretario – costa fatica ed è come una pianta che va annaffiata ogni giorno. Per far passare questo messaggio occorre prima di tutto educare alla democrazia attraverso la formazione, a partire dalla scuola che è al centro di tutto. Le istituzioni, comprese quelle europee, non possono venire meno a questo compito.»