Nella scorsa settimana è arrivato in discussione alla Camera il cosiddetto “Ius Scholae”, un testo di riforma sulla cittadinanza che realizzerebbe un importante passo avanti per il riconoscimento dei diritti di tanti bambini e bambine e ragazzi e ragazze a cui oggi sono invece negati. La proposte di legge consentirebbe l’ottenimento della cittadinanza italiana alle minori e ai minori stranieri nati in Italia o arrivati entro il dodicesimo anno di età e che abbiano risieduto legalmente e senza interruzioni nel nostro Paese e frequentato regolarmente per almeno cinque anni uno o più cicli scolastici.
Così anche in Consiglio comunale a Ravenna è stata presentata una proposta a firma di Francesca Impellizzeri e Luca Cortesi di Ravenna Coraggiosa, Massimo Cameliani e Lorenzo Margotti del Partito Democratico e Giancarlo Schiano del Movimento 5 Stelle.
Da anni in Italia si attende una riforma sostanziale della legge sulla cittadinanza che riconosca uguali diritti a tutti quelle italiane e quegli italiani di fatto, ma non per la legge. Tante sono state le iniziative che hanno animato la discussione della Riforma della legge sulla Cittadinanza nel nostro Paese, a partire dalla campagna nazionale «L’Italia sono anch’io», che ha raccolto oltre 200.000 firme per una proposta di legge d’iniziativa popolare
“Sono oltre un milione – dice il consigliere PD Lorenzo Margotti – le persone in attesa di cittadinanza nel nostro Paese, in larga maggioranza giovani. La mancanza della cittadinanza impone loro il continuo rinnovo del permesso di soggiorno e li priva di molti diritti sostanziali per il loro futuro umano e professionale, come la possibilità di partecipare a concorsi pubblici, la libera circolazione nei Paesi dell’Unione europea e, per alcuni, il diritto di elettorato attivo e passivo. Si rischia di limitare il loro senso di appartenenza al territorio e alla comunità, il desiderio di partecipare alla vita sociale e alla costruzione della società in cui si vive. Al contrario, il riconoscimento della cittadinanza italiana promuoverebbe l’integrazione e aprirebbe ad un senso di appartenenza e partecipazione. Le barriere inducono all’emarginazione e alla ghettizzazione con il conseguente rischio concreto di contrapposizioni anche violente.”
Dunque, nella proposta, si chiede inserire il riferimento simbolico allo “Ius Soli” nello Statuto del Comune di Ravenna, di istituire un apposito albo simbolico “Ravenna sono anche io” e riconoscere la cittadinanza onoraria simbolica e dell’iscrizione al registro; istituire una cerimonia speciale nella giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza con l’obiettivo di promuovere nelle scuole la riflessione; contribuire alla realizzazione di un percorso di consapevolezza sociale rivolto a tutti i minori stranieri; inviare tramite posta ai nuclei residenti che abbiano figli e figlie in procinto di compiere 18 anni, tutte le informazioni necessarie in base alla normativa vigente; a sollecitare il Parlamento ad approvare quanto prima una nuova legge sulla Cittadinanza italiana che riconosca pieni diritti ai figli dei migranti nati o cresciuti in Italia e agli stranieri che vivono stabilmente in Italia.