Uno dei temi chiave del dibattito anche politico attuale, per di più affrontato in maniera ampia e approfondita nel Consiglio comunale della scorsa settimana, è quello sulle future, necessarie trasformazioni della sanità pubblica.
Temi sui quali Ravenna Coraggiosa ritorna con una serie di considerazioni proposte da Maurizio Marangolo.
“Il concetto fondamentale su cui si discorre è quello del potenziamento del Distretto come strumento essenziale per attivare, potenziale e rendere efficace la sanità territoriale e l’assistenza domiciliare. Con un corollario assolutamente imprescindibile: la sanità territoriale si deve estrinsecare in diversi settori:
– le ex “Case della salute” – oggi Case della Comunità secondo la definizione del PNRR. E’ bene che rappresentino uno strumento fondamentale per venire incontro alle necessità dei cittadini, evitando al contrario che intasino il percorso. Non solo: devono essere attrezzate per permettere di effettuare diagnosi di prima linea, un triage che possa poi smistare il paziente a seconda delle necessità
– Queste Case della Comunità devono essere strettamente connesse con gli ospedali, sia per l’entrata che soprattutto per prendersi in carico i pazienti dimessi, così da snellire le attività dell’ospedale e favorire il paziente una volta superata la fase acuta. Se il paziente fa la convalescenza a casa da solo, la cosa può diventare pericolosa: così invece diventa molto più sicura. Questo però prevede che le Case della Comunità siano funzionanti 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno, ovvero dotate di adeguato personale e attrezzature.
– E siamo al discorso del personale, oggi carente, e del rapporto con i medici di medicina generale, che dovrebbero gestire queste Case della Comunità gestendo il lavoro meglio di quanto accada oggi. I medici generali dovranno svolgere una funzione anche organizzativa. E il personale infermieristico deve avere compiti – come accade all’estero – che oggi qui spesso non ha: sono laureati, valorizziamoli.
Di tutto questo si è parlato in Consiglio comunale. Non si è parlato invece di un’altra cosa, per noi fondamentale: è necessario potenziare la Sanità Digitale. Vuol dire telemedicina, monitoraggio dei pazienti. Un paziente diabetico, ad esempio, non deve per forza andare a fare i monitoraggi: ci sono strumenti che permettono anche da casa monitoraggi quotidiani, che vanno messi in contatto con le Case della Comunità. Così come il cardiopatico, l’iperteso, non dovrebbero andare in ospedale a fare i controlli quando ci sono strumenti che consentono il monitoraggio continuo collegandosi con la centrale operativa.
Altra cosa fondamentale, di cui si è parlato ma sulla quale occorre insistere (e ne siamo talmente convinti che, come Ravenna Coraggiosa, abbiamo presentato un apposito Ordine del Giorno): serve un’assistenza psicologica dentro le Case della Comunità. Un aiuto sempre più necessario dopo il Covid, soprattutto per i giovani.
Infine, e se ne è parlato poco, il tema del rapporto con l’Università. Dobbiamo valorizzarlo e sfruttarlo al meglio: sia mettendo a disposizione delle Università le nostre strutture ospedaliere, significa dando possibilità agli studenti di fare sin da subito esperienze cliniche. Abbiamo tre ospedali validi che potremmo mettere a disposizione dei giovani, a vantaggio anche degli ospedali stessi.
Per di più, viste le caratteristiche di Ravenna, lanciamo l’idea di istituire un corso di laurea in “medicina delle catastrofi” (che era già nei punti programmatici di Ravenna Coraggiosa, e che è stato citato anche dall’intervento della consigliera Francesca Impellizzeri nel dibattito consiliare). Una cosa che esiste in pochissimi atenei italiani, e qui potrebbe essere davvero innovativa. Sarebbe davvero importantissimo per noi che abbiamo il porto e il polo chimico, e quindi due ambiti potenzialmente di rischio, che purtroppo sono stati più volte teatro di eventi su cui operare in maniera emergenziale”.