<<Si può fare una vera transizione energetica dal fossile alle rinnovabili. O, almeno, questo è stato annunciato da una società storicamente impegnata nelle attività legate all’estrazione del fossile off-shore, cioè SAIPEM del gruppo ENI. Ma anche da un’altra società, ravennate questa volta, di più recente costituzione, che si sta affermando in campo di energie rinnovabili, QINT’X. Del resto anche SAIPEM è ben insediata a Ravenna, con una base in affaccio alla Piallassa del PIombone, le cui attività nel campo degli idrocarburi sono da tempo in contrazione. Tra i due soggetti è stato firmato un “Memorandum of Understanding”, ci viene detto. Di seguito la descrizione del progetto da realizzarsi davanti alle coste di Ravenna (di fronte a Casalborsetti e Marina di Ravenna) come descritto nel comunicato ufficiale di SAIPEM: «Il progetto prevede l’installazione di circa 56 turbine su fondazioni fisse sul fondo del mare in due siti differenti, il primo oltre le 8 miglia nautiche, il secondo oltre le 12 miglia. La potenza totale installata sarà pari a circa 450MW. Nell’ambito dello stesso progetto, inoltre, si prevede di utilizzare tecnologie innovative come il solare fotovoltaico galleggiante attraverso la tecnologia proprietaria di Moss Maritime, parte della divisione XSIGHT di Saipem dedicata allo sviluppo di soluzione innovative per velocizzare il processo di decarbonizzazione del settore dell’energia. A tal proposito la divisione XSIGHT ha già iniziato lo sviluppo di soluzioni integrate mirate all’utilizzo dell’energia rinnovabile e alla produzione di idrogeno “Green” e il progetto Agnes sarà il primo progetto dove tali soluzioni integrate prenderanno forma, dando la possibilità di trovare una soluzione alternativa al decomissioning delle piattaforme O&G presenti nel Mar Adriatico».
In comune con il caso, per il resto ben diverso, dell’annuncio della realizzazione del più grande impianto di stoccaggio di CO2 al mondo (da parte della controllante di SAIPEM, cioè ENI), c’è il fatto che la notizia non è accompagnata dall’illustrazione di un vero e proprio progetto ma ci si deve accontentare delle sommarie informazioni del comunicato stesso. Resta comunque, da parte nostra, un potenziale interesse per un progetto che, appunto, punta ad importanti investimenti verso una effettiva transizione energetica. Tali non possono infatti essere considerati, ad oggi, né i “giocattoli” di ENI, come quello per ricavare energia dalle onde (fintanto che non usciranno dalle fasi sperimentali), né, tanto meno, lo stoccaggio della CO2 ricavato da processi energetici ancora legati al fossile e che presuppongono il mancato abbandono di tali forme di energia.
Diverso invece ricavare energia dall’eolico. Ci piace ad esempio quanto sottolinea Alberto Bernabini, l’ingegnere che ha fondato QINT’X: «Nel porto ci sono gli spazi per creare le nuove infrastrutture, in cui costruire pale, fondazioni, torri, necessarie a realizzare i generatori con le caratteristiche speciali richieste dal mare Adriatico, oggi introvabili sul mercato. A Ravenna non sarà difficile nemmeno reperire ingegneri, tecnici e manodopera necessari per la produzione, l’installazione e la manutenzione. Il progetto offre a Ravenna una grande opportunità sia economica che ambientale e la città non può e non deve farsela sfuggire. Il progetto è sviluppato a distanze tali dalla costa da impattare il meno possibile sul turismo, offrendo prospettive di sviluppo». Ci piace anche la perentoria dichiarazione del Sindaco: «Sono ideologicamente favorevole. Ovviamente vanno fatte tutte le verifiche tecniche, ma non si può non avere, in una città come Ravenna, un atteggiamento positivo e favorevole verso un progetto per l’energia eolica».
Detto questo noi, a differenza del Sindaco il progetto non l’abbiamo visto, quindi proprio perchè anche noi, “ideologicamente favorevoli” abbiamo depositato una interrogazione in cui poniamo alcune domande:
- La normativa vigente (art. 12 del Decreto 387 del 2003) prevede la possibilità di attuare questo tipo di impianti off-shore attraverso il rilascio di un’autorizzazione unica e di una concessione demaniale. Bernabini ha dichiarato alla stampa: «Abbiamo la concessione degli spazi marittimi che ci serviranno». L’assessore Baroncini ha a sua volta dichiarato: «Pensiamo che Regione e Ministeri (titolari delle procedure autorizzative necessarie) abbiano tutti gli elementi per una discussione di merito a cui non ci sottrarremo». Dunque il progetto ad oggi ha o non ha tutte le autorizzazioni/concessioni necessarie alla sua realizzazione? Come mai a differenza del Comune di Rimini (che sta esaminando il diverso progetto che dovrebbe sorgere al largo delle sue coste) il Comune di Ravenna non è stato coinvolto nella procedura? Oppure siamo ancora alla fase degli annunci?
- Oltre all’eolico l’annuncio fa riferimento anche al solare fotovoltaico galleggiante. Si tratta di pannelli galleggianti da ancorare a qualcosa in mezzo al mare perché restino sul posto. E qui viene in ballo il dubbio che lo scopo di questa parte di investimento sarebbe quello di non smantellare le installazioni realizzate per pozzi già sfruttati con la scusa di ancorarvi i pannelli galleggianti facendo risparmiare ad ENI un bel po’ di soldi. Su questo il Comune è stato coinvolto? Il progetto del fotovoltaico galleggiante come sarà sviluppato? A cosa verranno ancorati i pannelli galleggianti? E’ confermato il completo smantellamento delle piattaforme vecchie in disuso o questo progetto è un modo per non realizzare il decommissioning delle piattaforme di fronte a Ravenna?
Ideologia a parte, se con Legambiente (ed altri) condividiamo «la strategicità dell’eolico offshore in Adriatico per la transizione energetica», restiamo comunque in attesa da de Pascale e Baroncini gli indispensabili chiarimenti>>.
Massimo Manzoli, Capogruppo Ravenna in Comune