Dopo giorni di stallo dovuti al caos interno alla maggioranza che consegna alle Camere una legge ‘spezzatino’ con centinaia di rivoli entro i quali si perde, questa manovra di bilancio porta alcuni risultati grazie alla attività emendativa promossa dal Partito Democratico Italia Democratica e Progressista.
«Abbiamo lavorato su tutti i fronti – ha dichiarato la deputata Ouidad Bakkali – per migliorare la manovra di bilancio e, nonostante le centinaia di emendamenti che la maggioranza non è stata in grado di valutare e discutere nel merito, abbiamo conseguito interventi migliorativi importanti.
Con i nostri emendamenti abbiamo ottenuto, ad esempio, l’estensione della soglia di reddito per poter beneficiare del timido taglio al cuneo fiscale proposto dal governo da 20mila a 25mila euro; l’incremento di 60 milioni del fondo per l’indennità di discontinuità dei lavoratori dello spettacolo portandolo così a 100 milioni; la possibilità per soggetti con Isee non superiore a 35.000 euro di rinegoziare i mutui non superiori a 200mila euro passando dal tasso variabile al tasso fisso.
Abbiamo inoltre chiesto e ottenuto l’incremento di 5 milioni del fondo per compensare l’aumento dei costi in favore degli enti del terzo settore che erogano servizi socio-sanitari e socio-assistenziali; un fondo per sostenere la crescita delle cooperative di lavoratori nate per il recupero di aziende in crisi; la sperimentazione del reddito alimentare per contrastare spreco e povertà alimentari; il fondo per il sostegno degli studenti fuori sede per le spese di locazione, il rifinanziamento del bonus psicologo rendendolo finalmente strutturale dal 2024.
E ancora è stato approvato l’aumento delle prestazioni a favore delle vittime di amianto e in particolare dal primo gennaio 2023 sarà incrementata dal 15% al 17% l’indennità per i percettori della rendita per patologie correlate all’amianto e l’incremento da 10.000 a 15.000 dell’indennità una tantum. Nel solo territorio provinciale di Ravenna parliamo di più di 300 persone come evidenzia il report della Regione Emilia Romagna.
Infine è stato approvato un emendamento da me sottoscritto, insieme ad altre 29 deputate e deputati, sull’incremento di 4 milioni di euro per il 2023 e di 6 milioni di euro per il 2024 le risorse del Fondo per le politiche attive relative ai diritti e alle pari opportunità destinate ai centri antiviolenza. Maggiori disponibilità economiche potranno garantire più mezzi per l’assistenza legale, psicologica e terapeutica fornita alle donne vittime di violenza, ma permetteranno anche di offrire a queste donne e ai loro figli più posti nelle case rifugio e di aiutarle nel percorso di inserimento lavorativo. È stato un risultato importante conseguito anche grazie all’Intergruppo per le Donne, i Diritti e le Pari opportunità di cui faccio parte.
Purtroppo però la manovra rimane fallimentare, ignorando e aggravando tanti problemi del nostro Paese, ritenendo, per fare spazio a decine di micro interventi e mance post-elettorali, di effettuare scelte che penalizzano lavoratori dipendenti, pensionati, giovani, donne, servizi pubblici ed enti locali confermando l’assenza di una strategia di lungo respiro per il futuro del Paese.
In campo fiscale, invece di contrastare l’evasione la maggioranza ha promosso misure che promuovono l’infedeltà fiscale. Ci sono dieci condoni che sottraggono 1 miliardo e 100 milioni che servivano invece per ridurre il cuneo fiscale, per sanità, scuola ed enti locali.
La scuola con la destra torna ad essere un serbatoio di risorse dal quale attingere e nella manovra troviamo un odioso taglio al numero di istituzioni scolastiche sui territori. È chiaro che il primo effetto sarà l’ulteriore perdita di classi nei territori decentrati e l’affollamento delle classi e l’insostenibilità della gestione di istituti sempre più numerosi.
È stata promossa una flat tax che discrimina pesantemente lavoratori e lavoratrici dipendenti che a parità di reddito pagheranno il 10% in più di tasse rispetto ai beneficiari della tassa piatta.
Nulla di fatto nemmeno su Opzione donna, che viene lasciata a beneficio di una platea ridotta, meno di 3000 donne, con un’insopportabile clausola discriminatoria legata al numero di figli.
È stata fatta cassa sulle pensioni e sul fondo contro la povertà, azzerando le risorse per gli affitti e la morosità incolpevole, in un momento di grande difficoltà per le famiglie che hanno uno sfratto incombente. Si è sbandierata l’abolizione del reddito di cittadinanza, senza però chiarire come affronteremo i prossimi mesi di grande crisi e difficoltà per le famiglie e per chi rischia di scivolare ulteriormente, contro la sua volontà, nella povertà e nel disagio economico.
Rientra invece lo “spalma debiti” per le ricche società del calcio di serie A che determina perdite per quasi un miliardo di euro. Più risorse per i debiti della serie A e meno risorse per i cittadini e cittadine in difficoltà.
L’accanimento verso gli strati più poveri e in difficoltà è una cifra di questa manovra.
I provvedimenti contro il caro-energia hanno il respiro cortissimo e nulla è dato sapere su come si finanzieranno gli aiuti alle imprese e alle famiglie dopo marzo 2023. Un punto strategico per la tenuta del tessuto industriale e produttivo che si aspettava, da questa manovra, più investimenti per sviluppo e crescita e meno risorse ‘bruciate’ in flat tax e prepensionamenti.
Nella manovra, infine manca qualsiasi prospettiva di sviluppo per la portualità in termini infrastrutturali e di investimento. Sono stati rigettati i nostri emendamenti sulla portualità e mobilità sostenibile, interventi insufficienti sul Trasporto pubblico locale, sia rispetto alla riconversione ecologica che alla digitalizzazione dei servizi e ne consegue che tutto l’onere di un così importante servizio viene posto sulle spalle degli enti locali che vengono lasciati soli di fronte all’aumento dei costi.
Azzerati anche i fondi per la ciclabilità per i quali avevamo chiesto il finanziamento del “Fondo per lo sviluppo di ciclovie urbane intermodali” per la realizzazione di nuove ciclovie urbane con percorsi sicuri di collegamento tra i quartieri e infrastrutture di supporto in connessione a reti di trasporto pubblico locale e ferroviario.
Avevano detto al Paese di essere pronti, ma quanto è successo nella costruzione di questa legge di bilancio ci ha dimostrato che ci sono poche idee e confuse che tendono a smantellare il welfare, favorire gli evasori, ignorare lavoratori e lavoratrici, disprezzare la povertà e addossare, con la retorica del merito, le colpe verso chi ne è colpito, invece di tendere una mano verso chi non ce la fa in un Paese al bivio tra inflazione e recessione.»