Prosegue l’impegno della cooperazione di Legacoop Romagna a fianco delle comunità colpite dal maltempo.
Il Consorzio cooperativo Faentino Utenti Gas Tecnici ha deciso di impegnare 15mila euro da ripartire tra le due diverse raccolte fondi attivate a livello istituzionale da Unione dei Comuni della Bassa Romagna e Comune di Faenza.
La solidarietà non è solo monetaria. Sin dalla prima notte i piazzali delle Cooperative Agricole Braccianti, in collaborazione con le istituzioni, si sono animati di socie e soci che volontariamente hanno riempito migliaia di sacchetti di sabbia per rafforzare gli argini. Per facilitare il lavoro della Protezione Civile le CAB hanno fornito gratuitamente pompe, mezzi e materiali. Mentre il mondo della cooperazione di consumo e Coop Alleanza 3.0 hanno messo subito a disposizione un budget per rispondere alle richieste delle amministrazioni colpite, cedendo a titolo gratuito i beni necessari per il primo intervento.
I soci delle Cooperative Agricole Braccianti, intanto, proseguono il monitoraggio degli argini alla ricerca dei fontanazzi, le tane delle nutrie e dei roditori che rischiano di trasformarsi in falle pericolose di fronte alla furia dell’acqua. Vanno individuate e chiuse in tempo, per diminuire il rischio che il fiume rompa di fronte all’eccezionalità della piena, dicono i tecnici delle CAB.
A ciò si aggiungono le iniziative già rendicontate: i soci Conad della Romagna e la cooperativa Commercianti Indipendenti Associati si sono mobilitati per dare solidarietà concreta alle popolazioni colpite dall’alluvione degli ultimi giorni, con un contributo minimo di 100mila euro.
«La cooperazione non si piange addosso — dice il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi — ed è al lavoro fin dall’inizio dell’emergenza per dare una risposta non solo alle imprese, ma a tutte le comunità di cui fa parte. In Emilia-Romagna in questo momento sono attive quattro emergenze nazionali, tra cui, paradossalmente, anche quella per la siccità: serve un impegno chiaro da parte del Governo per dare risposte in tempi brevi, anche ripensando la destinazione dei fondi del PNRR».
«Abbiamo stimato in 6 milioni di euro —prosegue Lucchi — i danni diretti e indiretti subiti finora dalle Cooperative Agricole Braccianti, purtroppo il conto è destinato a crescere. Come più volte ripetuto negli ultimi anni gli agricoltori sono in prima fila di fronte alla tragedia del cambiamento climatico. Ma anche le diverse richieste sugli investimenti per la messa in sicurezza del territorio, fatte dalle cooperative agricole negli ultimi anni, si sono rivelate essere drammaticamente concrete e attuali. Ci ha confortato l’idea dell’assessore regionale Mammi di considerare gli argini dei fiumi come infrastrutture, e che quindi vadano tutelati anche intervenendo sulle colonie dei roditori e degli animali fossori, come nutrie, tassi e istrici, che scavando le tane mettono a rischio la stabilità degli argini».