“In queste giornate di pioggia, le strade possono riservare dei pericoli ed occorre adottare norme comportamentali improntate ad una maggiore prudenza. La strada bagnata comporta una minore aderenza degli pneumatici con conseguente minore capacità di controllo dell’auto e l’insorgenza del fenomeno denominato “aquaplaning”, cioè il veicolo “pattina” sulle pozze di acqua e può sbandare e, nel caso accada, non frenare bruscamente, cercando di guidare l’auto nella stessa direzione. Bisogna limitare la velocità, anche per non frenare improvvisamente, evitando al contempo brusche accelerazioni, decelerazioni e improvvise sterzate. Frenate e sterzate devono essere dolci, le accelerazioni vanno calibrate e le curve vanno prese larghe.
Sempre una guida a “strappi” non è sana, ma soprattutto in presenza di manto bagnato. Sono ovviamente da bandire le manovre azzardate, come i sorpassi che richiedono velocità elevata perché realizzati in spazi ridotti. I limiti di velocità, in caso di pioggia e di precipitazioni atmosferiche, spesso sono ridotti a 110 km/h sulle autostrade e 90 km/h sulle strade extraurbane principali. Vista la difficoltà di frenata, è vitale aumentare la distanza di sicurezza fra veicoli (dal 20% all’80% in base alle condizioni) ed avere pneumatici in ottime condizioni e con la giusta pressione, per limitare l’incidenza di pattinare sull’acqua. Non bisogna essere superficiali nel controllo dello stato dei pneumatici. Lo spazio utile per arrestare un veicolo dipende da tanti fattori, ma comunque su strada bagnata e con pneumatici nuovi, aumento del 30% rispetto ad un manto asciutto.
E’ lapalissiano che con pneumatici usurati aumenta considerevolmente. Poniamo l’attenzione anche alla posizione di guida: braccia e gambe piegate a 90 gradi con mani rilassate e sguardo che si allunga più in avanti per monitorare la strada, prevenendo i pericoli, gli ostacoli e gli imprevisti che possono essere presenti sulla strada.”
OSSERVATORIO PER L’EDUCAZIONE ALLA SICUREZZA STRADALE
IL PRESIDENTE, MAURO SORBI