“La sonora sconfitta a Cattolica dell’ultimo sindaco pentastellato dell’Emilia-Romagna, contrapposto alla coalizione di centrosinistra, é il naturale epilogo di una direzione disastrosa della competizione elettorale in Romagna da parte dei senatori 5 stelle Croatti e Lanzi.” Marco Maiolini critica pubblicamente il risultato elettorale del Movimento 5 Stelle al termine delle elezioni di quest’autunno. Elezioni durante le quali all’interno del movimento ravennate sono tornate le liti e alla fine il risultato non è stato brillante come inizialmente auspicato.
“Anche Ravenna” prosegue ad analizzare Maiolini “ha subito la stessa sorte; rispetto al già deludente risultato delle regionali 2020, il M5S è passato dal 5,81 al 3,90% e da 4551 a 2.443 voti nonostante ci fossero tutte le condizioni per un buon risultato elettorale e conseguentemente per un ruolo di peso nel consiglio e nella giunta del sindaco De Pascale, con il quale da tempo era stato avviato un confronto su progetti ed indirizzi molto importanti in particolare per lo sviluppo delle comunità energetiche e per il contenimento del consumo di suolo”.
Lo stesso Maiolini ha pagato la litigiosità all’interno dei 5 stelle, venendo messo da parte e ripiegando sulla scelta di creare una lista, Ambiente e Territorio, a pochi giorni dal voto.
“Naturalmente non ha aiutato la causa pentastellata, l’aver escluso dalla lista persone conosciute e apprezzate dal territorio, proprio quando già era in corso la campagna elettorale, con uno sconcertante ed a tutt’oggi incomprensibile intervento del senatore Croatti che screditando anche il lavoro svolto in collaborazione della consigliera e portavoce in regione, bollava come “fuga in avanti” il nostro impegno, accusando me in particolare, di “disorientare l’elettorato 5 stelle” dopo 10 anni di attivismo sul territorio, e 5 anni di lotte in Consiglio Comunale”.
Non sono i proverbiali sassi, ma dei veri macigni quelli che Maiolini si leva dalle scarpe:
“Mi sembra evidente che, imponendo arbitrariamente altre candidature, appropriandosi del lavoro svolto in precedenza, a disorientare gli elettori 5 stelle non sia stato io, ma i senatori Croatti e Lanzi che avevano scelto ed imposto la strategia della “fuga all’indietro”.
Adesso che è il momento di tirare le somme, è ridicolo leggere come il senatore Croatti cerchi degli alibi per scaricare la responsabilità delle difficoltà del M5S su altri, perseverando nella sua tesi astiosa, divisiva, nonché nella fallimentare linea politica da “Marchese del Grillo”; dimostrando così di non avere una visione per il futuro e di essere incapace di assumersi le proprie responsabilità traendone le ovvie conseguenze. Sembra proprio di vedere i ciechi della “parabola di Brueghel”.”