Il processo Aemilia è al centro di un’interrogazione dei consiglieri del Partito democratico Mirco Bagnari e Stefano Caliandro. Infatti, “a seguito di ricorso presentato dalla difesa di due imputati su un aspetto formale del processo, la Suprema Corte di Cassazione- sottolineano gli esponenti dem- avrebbe annullato alcune udienze cancellando tutti gli atti prodotti nelle udienze dal 24 maggio dell’anno passato ad oggi”. E in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale, atteso per luglio 2018, “il processo Aemilia potrebbe rischiare un grave rallentamento o addirittura bloccarsi”. E visto che “la Regione Emilia-Romagna da anni ispira la propria azione istituzionale e amministrativa alla promozione della legalità e alla prevenzione e contrasto a tutte le mafie”, decidendo “di costituirsi parte civile nel processo al fianco di altri Comuni emiliano-romagnoli”, Bagnari e Caliandro interrogano la giunta per sapere “come intenda esercitare le prerogative connesse alla sua funzione di parte civile nella consapevolezza che parallelamente agli importanti aspetti penali e giudiziari, il processo Aemilia rappresenta anche un’importante opportunità di presa piena di coscienza dei rischi determinati dalla presenza della ‘ndrangheta e di altre associazioni di stampo mafioso nella nostra Regione e uno snodo decisivo nella costruzione di un percorso di una cultura della legalità e di una società regionale capaci di contrastare le infiltrazioni mafiose”.