“L’attuale “stato di salute” dell’Ospedale di Lugo è tutt’altro che buono; il ridimensionamento a cui si assiste è un fatto innegabile e lo nega soltanto l’amministrazione comunale. Le specialistiche già ridotte al livello di prestazioni ambulatoriali; la Chirurgia che rimarrà come unità semplice mentre quella complessa verrà trasferita a Faenza; la Pneumologia trasferita a Ravenna così come il reparto di Ginecologia, Ostetricia e Nascite- fino a poco tempo fa una certa “nostra” eccellenza- di fatto volato a Ravenna.
Se osservando l’Ospedale di Lugo si configura un ritrovarsi a piangere, non si può di certo ridere per quella subita mancata copertura dei medici di famiglia usciti o in uscita per pensionamento (se non quando addirittura sospesi) unitamente al fallimento delle Case della Salute-pur previsti sulla carta- le quali al momento sono contenitori vuoti. Dubitiamo fortemente, che questa amministrazione di maggioranza Lughese, rappresentata dal suo Sindaco, membro permanente del CTSS Romagnolo ( conferenza territoriale socio sanitaria) si siano adoperati per evitare quella che é ad apparire in tutta la sua evidenza una scientemente programmata operazione di ridimensionamento, chiusure e/o trasferimento di reparti importanti dal “nostro” Ospedale.
E se oramai si possono già archiviare le elezioni nazionali, delle quali a più di un qualcuno non resta che “leccarsi le ferite”, noi vorremmo aggiungere il noto detto “chi semina vento raccoglie tempesta”.
Il Sindaco e la sua giunta, a nostro parere , in questo lungo periodo, hanno sottovalutato e in alcuni casi minimizzato, i problemi che sono emersi o sono stati prontamente segnalati.
Ad esempio come non rammentare:
le “Reti idriche” mancanti; 200 case ancora senza fornitura di acqua pubblica grazie alla bocciatura delle mozioni presentate da questo gruppo le quali erano a chiedere di sanare la mancata copertura idrica.
La raccolta “del pattume” porta a porta la quale ha mostrato ed evidenziato, oltre le arbitrarie imposizioni, lacune gravi ed in alcuni casi una gestione disastrosa.
Le scarse manutenzioni del verde pubblico, con un apice riferibile al parco del Loto.
La cancellazione della fattibilità del sottopasso di via Caricatore,
Questioni che vanno aggiunte alla questione primaria, ovvero la Sanità, il Pronto soccorso e le liste d’attesa. Liste d’attesa che de facto assumono forma scandalosa. Le segnalazioni presentate dai gruppi politici di minoranza su queste problematiche, sono state per lo più sistematicamente ignorate e minimizzate.
Oggi, dopo i risultati delle Politiche, apprendiamo per bocca del suo principale esponente politico, di un accennato possibile cambio di passo, del voler stare dalla parte dei cittadini, ma tutto ciò, forse, solo dopo averli presi a “schiaffi” per 8 anni.
Il Movimento 5 stelle ricorda le parole come “Non io Tutti”, ricostruire, ascoltare, ricucire, rimboccarsi le maniche, tornare tra la gente, ripartire da… pancia a terra, sempre la stessa prevedibile e noiosissima litania. I colpevoli sono sempre e solo questi dirigenti, a bordo di un carrozzone di mera gestione del potere, popolato da automi privi di spessore politico, a cui vengono richieste unicamente alcune qualità: mediocrità e fedeltà. Personaggi imborghesiti scollegati dalle reali necessità dei propri concittadini. Cittadini umiliati disprezzati da decenni di politiche antipopolari di nome e di fatto. Privatizzazioni, delocalizzazioni, precariato, povertà dilagante, caro energia, caro bollette, e sacrifici richiesti sempre agli stessi, i quali non potendosi sottrarre, si è scelto di farli sprofondare nella miseria più nera , per finanziare una macchina che oramai non funziona più. In questi anni questo “carrozzone politico” sempre più ha preso le somiglianze di una “setta”, mandando a “ramengo” i sacrosanti valori della costituzione, facendo passare il libero mercato, la supremazia del privato sul pubblico, l’austerità, lo sfruttamento del lavoro, il precariato, la compressione delle tutele sociali. Il popolo ha parlato e si è espresso.
Adesso Il falso mia culpa arriva fuori tempo massimo. Tutti a casa, e avanti un’altro.”