Una piccola cerimonia alla chiesa della camera mortuaria di Ravenna per dare l’ultimo saluto a Walter Della Monica, punto di riferimento della cultura ravennate.
Il Comune era rappresentato dall’assessore Sbaraglia. Alla cerimonia anche Antonio de Rosa ,Sovrintendente di Ravenna Festival, l’ex assessore Alberto Cassani che per molti anni collaborò con Della Monica, Anna De Lutiis, Franco Gabici, Mauro Mambelli, Noemi Piolanti.
Proprio Mambelli, presidente di Confcommercio, ha voluto ricordare in queste ore la sua amicizia con Della Monica: “La nostra è stata un’amicizia nata alla fine degli anni ’80, anche perché il Centro Relazioni Culturali, da lui diretto, è a pochi passi dal mio ristorante La Gardela.
Ricordo con particolare piacere gli incontri con gli autori, e soprattutto con Vittorio Sermonti che ho ospitato innumerevoli volte nel mio ristorante.
Walter era solito invitare i suoi autori e scrittori a porre la firma nel ‘libro della casa’ de La Gardela, lo considerava un gesto importante.
Tra l’altro Walter era nato lo stesso anno di mia mamma Silvia Fernanda, il 1927, che considerava ‘classe di ferro’.
Questo rapporto di amicizia è continuato nel tempo anche dopo aver lasciato il testimone del Centro Relazione Culturali di Casa Melandri a Francesca Masi.
Walter ha seguito, tra l’altro, anche il mio percorso all’interno di Confcommercio Ravenna; prima come Presidente di Sindacato, poi come componente il Comitato di Presidenza e infine come Presidente. Mi ha sostenuto in diverse situazioni.
Se ne va una figura importante e lungimirante per la nostra città, per il nostro territorio, per la Romagna: ha dato tanto a noi tutti, e mi auguro che la città, ora che non c’è più, tributi alla sua figura quello che merita e lo celebri attraverso l’intitolazione di una Piazza alla sua memoria”.
Impegnata a Roma, anche l’On. Bakkali ha voluto ricordare Della Monica: “Con lui ho avuto il piacere di condividere molti progetti culturali e ho avuto l’onore di vederlo all’opera. È stata una persona generosa e mite, elegante nel pensiero e modesta nel porsi, tra i suoi tanti meriti ricordo l’aver intrapreso, prima di tanti, un fondamentale lavoro sulla Divina Commedia di Dante Alighieri e in particolare il progetto della “Commedia nel mondo” perché aveva intuito quanto il sommo poeta potesse insegnare a noi di oggi quanto il dialogo fosse importante. Più di 60 traduzioni da tutto il mondo sono arrivate grazie a lui a Ravenna, creando ponti culturali inestimabili con artisti e scrittori da tutto il mondo.
Oggi Ravenna perde un grande uomo di cultura, alla sua famiglia e ai suoi cari la mia più cara vicinanza”.
In redazione è arrivato anche il commiato di Farideh Mahdavi Damghani, una delle più importanti collaboratrici di Walter Della Monica per il progetto “La Divina Commedia nel mondo”: Ho conosciuto Walter Della Monica, quando avevo 37 anni. E avrò 60 anni tra pochi giorni. Durante questi anni, sono stata molto fortunata a riuscire a conoscerlo sempre di più e vedere come stava e come pensava e come si comportava. Era estremamente generoso per natura, disposto a fare qualsiasi cosa per chiunque. Che fosse italiano o meno. Che fosse un uomo o una donna. Finché anch’essi abbiano voluto rendere un qualche tipo di servizio e di aiuti alla Cultura nel senso assoluto della parola, Egli era sempre lì per voi, per prendervi per mano e guidarvi, passo dopo passo, in quel lungo e difficile cammino. Lui era sempre lì. Sempre.
Non importava cosa stavi facendo o pensando. Non importava quanta fiducia avevi nei tuoi sforzi culturali. Walter era sempre al tuo fianco per aiutarti con i suoi incoraggiamenti calorosi, le sue risate gioiose, le sue grida piene di entusiasma e di esaltazione quando c’era un nuovo progetto, una nuova idea, o una nuova traduzione. E poi ti riempiva di una moltitudine di materiali, commenti, spiegazione tecniche e ti inviava persino libri di cui avresti potuto aver bisogno nel tuo percorso verso il completamento e la perfezione.
Amava tutti i poeti di tutti i tempi e viveva per loro e voleva che tutti gli altri esseri umani intorno a lui e fuori dall’Italia li conoscessero i poeti Italiani del Novecento e li amassero tanto quanto li amava lui. Tuttavia, Dante per lui, era un’altra cosa, e per decenni visse solo per Dante. Qualunque cosa facesse, la faceva per Dante. Credeva in tutte le cose che Dante gli aveva ispirato e insegnato. Per questo motivo, era diventato più che gentile, più che generoso, più che entusiasta. Voleva glorificare la vita con la poesia, con i pensieri poetici, con il comportamento poetico. Perché? Perché era un romantico nel cuore. E voleva usare il suo cuore appassionato per farci diventare esseri umani migliori. E cio, solo con la lettura e la comprensione della Poesia universale. Poesia antica, medievale o moderna. Voleva farci sentire proprio come lui
Tutti i poeti, tutti. Senza eccezione.
Amava una poesia intitolata, Voglio vivere di Esenine. Amava le poesie di Cardarelli e Ungaretti. Amava Tagore e Pessoa. E così tanti altri che ora ho perso il conto. Con il suo aiuto, ho pubblicato in Iran un’Antologia dei più grandi poeti italiani di tutti i tempi. Ho tradotto Leopardi, Petrarca, Montale, Ungaretti, Cardarelli, Quasimodo, ho tradotto il bellissimo Cantico di San Francesco. Ho continuato a tradurre tutte le opere di Dante. E dovevo i miei sforzi culturali e letterari a lui e solo a lui. Prima al mio carissimo padre che mi aveva insegnato ad amare i libri e poi a Walter Della Monica che mi ha reso quello che sono oggi.
Oggi sono più che triste. Sono in profondo lutto. Ho perso il mio padre spirituale, il mio mentore, il mio amico…
So che lo incontrerò di nuovo. Spero che sia nel Paradiso di Dante, dove tutti i poeti e santi e angeli e anime belle sono riuniti …
Carissimo Walter, Dio sia con te.
Ti ho sempre amato come mio carissimo padre spirituale.
Ti amerò sempre come tale.
Nessuno ti dimenticherà mai.
E io non ti dimenticherò mai.
Che la Misericordia di Dio sia su di voi. Dio ti benedica”.