“Stiamo attraversando un grave periodo di crisi del mondo del lavoro innescata dalla pandemia da COVID-19. Dopo il prossimo mese di marzo, se non ci saranno adeguati ammortizzatori sociali e coperture, con il timore che i fondi necessari tendano ad esaurirsi, corriamo il forte rischio che un milione di lavoratori sul territorio nazionale rimangano disoccupati. In questo momento, il Ministro dello Sviluppo Economico sostiene di voler bloccare definitivamente il settore dell’oil&gas, creando così ulteriori perdite di posti di lavoro, ignorando inspiegabilmente il sostegno delle amministrazioni territoriali e locali, le rappresentanze imprenditoriali e sindacali dei territori interessati” dichiara il Segretario Nazionale UGL Chimici Luigi Ulgiati.
“E’ inoltre preoccupante la comunicazione rivolta al governo nazionale da una azienda leader del settore, con 240 addetti nel nostro Paese, titolare di importanti assets nell’area del Mediterraneo compresa l’Italia. In tale nota ha dichiarato di confermare l’occupazione per i prossimi 18 mesi, e chiede chiarezza al governo italiano per consentire l’investimento sui giacimenti (es. “Cassiopea” e “Vega”) e salvaguardare così la sicurezza dei posti di lavoro, contrariamente non potrà garantire nulla. La circostanza coinvolge le attività e gli impianti, i lavoratori e le zone che fanno capo a Ravenna, Gela e Viggiano dove operano le società con le quali esistono joint venture. Il sindacato – comunica il Segretario – sarà sicuramente impegnato a sostegno dei lavoratori per affrontare eventuali problemi, partendo dalla ricerca del lavoro e non dall’applicazione degli ammortizzatori sociali”.
“In aggiunta – sottolinea Ulgiati – il 13 gennaio scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) che sarà inviato alla Camera dei Deputati ed al Senato della Repubblica al fine di acquisirne le valutazioni, dal quale si evince l’esclusione dal finanziamento del Recovery Plan Italia del progetto che si sta avviando a Ravenna per la cattura e riutilizzo della CO2. Il programma prevedeva anche la produzione dell’idrogeno “blu”, quello ottenuto dal gas naturale con cattura e stoccaggio del carbonio (CCS, carbon capture and storage) nei giacimenti esauriti, in modo da ridurne le emissioni e rendere competitiva la sua produzione.
“Nel lungo periodo tale presupposto favorirebbe l’incremento delle fonti rinnovabili e della filiera dell’idrogeno “verde”, prodotto scomponendo l’acqua in idrogeno e ossigeno, utilizzando l’energia elettrica. Lo sviluppo del progetto ‘CCS’ come riportato dal Presidente del Consiglio dei Ministri al termine degli Stati Generali che si sono tenuti il 22 giugno del 2020, avrebbe portato Ravenna a diventare il più ‘grande centro al mondo di cattura e stoccaggio di CO2’, mentre a distanza di alcuni mesi dovrà essere verificata la sua attuazione” continua Ulgiati.
“Il comparto dell’oil&gas tradizionalmente ha generato valore, ed è ancora in grado di poterlo fare, contribuendo con la produzione del gas naturale, alla transizione energetica verso la neutralizzazione carbonica per contrastare il mutamento climatico, secondo un processo che valorizzi l’esistente per sostenere la crescita di nuovi modelli industriali. Si ritiene sia necessario un intervento da parte del governo sul citato piano affinchè siano indirizzate adeguate risorse per sviluppare nuovi progetti nel settore dell’oil&gas, e per togliere il divieto annunciato sulle proprie operazioni. L’incertezza e la dannosa condizione di stallo in cui si trova il settore energetico – prosegue il Segretario – è frutto di uno scontro di posizioni contrapposte e diffidenti le une contro le altre. Serve un dibattito che renda più partecipativo il processo decisionale e permetta un dialogo serio tra le diverse posizioni.”
“Crediamo sia fondamentale sostenere una filiera energetica che già da diverso tempo è al centro di un importante trasformazione con notevole sacrificio da parte dei lavoratori, per promuovere un modello di sviluppo sostenibile, che risponda alle esigenze di competitività e di tipo sociale e per dare un rilevante contributo alla ripresa economica del nostro Paese. Per queste motivazioni la UGL Chimici ha chiesto in più occasioni l’attivazione di un incontro al Ministro dello Sviluppo Economico, prevedendo la partecipazione della rappresentanza dei lavoratori, delle imprese, delle amministrazioni e delle istituzioni” conclude il Segretario Luigi Ulgiati.