Il Comune di Lugo, l’Università di Bologna e il Comitato per i Beni Culturali del Comune di Lugo organizzano per il 29 settembre 2021 alle ore 18 l’OPEN DAY degli scavi del Castello di Zagonara.
Lo scavo è partito nel 2017 e da allora ogni anno è stata svolta una campagna archeologica alla scoperta del sito del castello. L’indagine di quest’anno è partita ad agosto, dopo il concerto tenutosi sullo scavo nell’ambito del Lugo Music Festival, e si concluderà nel corso del mese di ottobre, con l’ultima fase dei lavori.
Dopo alcuni anni di lavoro sul sito emergono finalmente informazioni chiare sulla conformazione dell’insediamento fortificato e sulle strutture che qui esistevano prima della sua nascita, in una storia che affonda le sue radici nel cuore del Medioevo, uno dei periodi meno noti dall’archeologia ravennate.
La campagna di quest’anno ha permesso di portare alla luce alcune strutture murarie del castello, adiacenti alla chiesa di S. Andrea di Zagonara (anch’essa sepolta e indagata negli anni passati), facendo emergere anche le tracce di una zona artigianale, datata intorno al XIV secolo e destinata alla lavorazione dei metalli. L’indagine è poi continuata nell’area cimiteriale intorno alla chiesa, portando alla luce alcune sepolture femminili e maschili adulte, ma soprattutto un nucleo di sepolture infantili realizzate proprio davanti alla facciata della chiesa, in corrispondenza del suo sagrato. Tali sepolture sono datate a un periodo compreso tra il 1000 e il 1400.
Infine si è continuato e si continuerà a indagare una serie di evidenze datate al periodo anteriore al castello di Zagonara, che nacque intorno al 1217. Tra queste vi è un edificio abitativo, in vita fino al 1200 ca., realizzato in mattoni romani riutilizzati e legno, presumibilmente occupato per circa due/tre secoli.
Tale struttura è di notevole interesse, in particolare per le sue dimensioni e per la sua posizione, dato che si trova a pochi metri di distanza dalla facciata della chiesa di S. Andrea, luogo di culto sorto intorno all’anno Mille. Gli archeologi ritengono che potesse essere la residenza di una famiglia aristocratica, che nelle fonti scritte viene spesso ricordata tra il 900 e il 1100 con il nome di “Da Zagonara” e che si trovarono in quel periodo incluse anche nel seguito dei conti di Imola.
Inoltre, una delle novità più rilevanti è che, grazie alla disponibilità della proprietà (fam. Ricci) e il sostegno economico del comune di Lugo, il campo in cui sorge una parte del sito è stato affittato dal Comitato e reso disponibile per le ricerche.
Lo scavo fa parte del progetto Bassa Romandiola, promosso dal dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna e partito nel 2009 con una serie di campagne di ricognizione di superficie, che hanno interessato diversi comuni della Bassa Romagna e che proseguono tuttora. Nel corso del 2022 entrerà a fare parte del progetto Bi.G.Ar., un progetto finanziato dall’Unione Europea, che vede partecipare insieme l’Univerisità di Bologna e la Michigan University (Stati Uniti), con lo scopo di fare evolvere le procedure digitali di documentazione e divulgazione degli scavi archeologici.